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”Il danno d’organo nello scompenso cardiaco”, una due giorni di lavori sul futuro delle cure e le nuovi diagnosi basate sulla genetica

E la due giorni, come sottolineano gli organizzatori, “servirà ad approfondire il tema dell’insufficienza renale nello scompenso, ossia il fattore che influenza maggiormente la mortalità nel paziente”

La chiave di tutto è nella genetica: se il nostro cuore diventa incapace di soddisfare il fabbisogno di sangue di tutti gli organi potrebbe essere soprattutto colpa del DNA. É uno dei grandi temi che sarà trattato nel corso della due giorni di lavori internazionali su “Il danno d’organo nello scompenso cardiaco”, il congresso che si terrà a Catania il 10 e l’11 ottobre e che farà il punto su almeno due grandi novità che segnano il futuro delle cure in quella che è considerata la seconda causa di ospedalizzazione nel nostro Paese.

La prima è la più eclatante, e riguarda la recentissima ricerca sulle mutazioni genetiche nelle cardiomiopatie che ha visto lavorare insieme l’ambulatorio dello scompenso cardiaco del Policlinico di Catania e l’Università di Bologna. Se ne parlerà infatti ad Aci Castello (Baia Verde) nella due giorni di lavori suddivisi in ben sei sessioni che affronteranno molti temi urgenti nel panorama della diagnosi e della cura sull’incapacità del cuore a pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell’organismo: dalla fisiopatologia dell’insufficienza renale nello scompenso alle comorbidità, dal rischio cardiovascolare globale allo scompenso cronico sino ai trattamenti nefrologici del paziente passando per i test genetici delle cardiopatie. La seconda grande novità del congresso riguarda invece la ricerca in corso sull’ iponatriemia, il disturbo elettrolitico in cui la concentrazione del sodio nel plasma è più bassa del normale, che nel caso dei pazienti con scompenso cardiaco può anche portare alla morte.

E la due giorni, come sottolineano gli organizzatori, “servirà ad approfondire il tema dell’insufficienza renale nello scompenso, ossia il fattore che influenza maggiormente la mortalità nel paziente”.

Il congresso, ad iscrizione gratuita, avrà inizio giovedì 10 ottobre alle ore 9, è patrocinato dall’Università di Catania, dall’Ordine dei Medici di Catania, da Great Italy, dall’ANMCO e dall’AISC, l’Associazione italiana degli scompensati cardiaci, è presieduto dal professor Salvatore Di Somma, professore di Medicina Interna e direttore di Medicina Emergenza-Urgenza del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e di Medicina Traslazionale dell’Università La Sapienza di Roma con la responsabilità scientifica del dottor Giuseppe Leonardi, cardiologo responsabile dell’ambulatorio dello Scompenso Cardiaco dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Catania, del professor Antonio Granata, direttore Nefrologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania e del prof. Edoardo Gronda, della Fondazione IRCCS Ca’ Granda dell’ Ospedale Maggiore di Milano.

Nel comitato scientifico sono presenti anche Davide Capodanno, direttore facente funzione della Cardiologia del Policlinico di Catania, Francesco Amico, direttore Cardiologia dell’Ospedale Cannizzaro, Salvatore Felis, direttore Cardiologia ospedale Garibaldi di Catania, ed Ettore Panascia, direttore Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Catania.
Tra le voci più attese alla due giorni anche quella della professoressa statunitense Mariell Jessup dell’ American Heart Association (AHA) e del dottor Massimo Magnano, medico originario di Catania ma attivo alla Cardiologia di dell’ospedale S. Andrea di Vercelli, che interverrà sul monitoraggio remoto dei parametri vitali nella prevenzione del danno d’organo: la pressione polmonare.

Il 12 ottobre a partire dalle 9, sempre ad Aci Castello, si terrà invece una giornata di lavori interamente organizzata dall’AISC, l’Associazione italiana degli scompensati cardiaci.


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