In tendenza

Aggressione al San Marco di Catania, la Cisl: “non vogliamo conseguenze più tragiche”

Il sindacato ha da poco lanciato una campagna di sensibilizzazione presso i nosocomi cittadini dal titolo “Prendiamoci cura di chi si prende cura della nostra salute”

Quanto accaduto al pronto soccorso dell’ospedale “San Marco” di Catania, dove un padre e suo figlio hanno aggredito un infermiere del triage per presunti ritardi nelle cure verso una loro parente, conferma la necessità, più volte sollevata dalla Cisl con le sue federazioni Cisl Medici e Cisl Funzione pubblica, di un intervento urgente del Comitato provinciale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre al necessario presidio di polizia dentro quel pronto soccorso“.

Lo afferma Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, dopo l’ultimo caso di violenza nei confronti del personale sanitario successo all’ospedale San Marco. Il sindacato ha da poco lanciato una campagna di sensibilizzazione presso i nosocomi cittadini dal titolo “Prendiamoci cura di chi si prende cura della nostra salute”, con le federazioni provinciali di Cisl Medici e Cisl Fp..

È ora di dire basta alle aggressioni e non riteniamo si debbano attendere conseguenze più drammatiche per interventi più concreti a tutela della sicurezza del personale e per la fruizione serena dei servizi all’utenza” afferma Attanasio. “Medici e personale sanitario – aggiunge – non possono essere il parafulmine di organizzazioni del lavoro che necessitano di più personale, e di gente che, a ogni costo, pretende “procedure personalizzate””.

Secondo il segretario generale della Cisl catanese “le nuove misure urgenti contenute nel decreto legge approvato dal consiglio dei ministri per contrastare la violenza nei confronti di medici e sanitari vanno nella direzione giusta, ma ora occorre modificare i DVR aziendali la dove non sono ancora adeguati, ai sensi dell’art. 18 del Dlgs. 81/2008 che dovrebbe prevedere una specifica valutazione del rischio aggressione per le diverse categorie operanti all’interno dell’azienda sanitaria“.

In qualche caso, come nel San Marco – sottolinea Attanasio – occorre anche la presenza stanziale delle forze dell’ordine, con un adeguato posto di polizia. E, infine, un coordinamento tra forze dell’ordine stesse e la vigilanza armata che opera dentro i pronto soccorso“.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni