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A Librino una vera e propria “officina” che modificava le pistole a salve: arrestato

La prima arma ad essere recuperata è stata una pistola semiautomatica “Beretta 8000 F Cougar” calibro 9x21

Modificare un’arma a salve rendendola in grado di sparare è un grave reato. Di certo lo sapeva il 45 enne catanese, incensurato, che l’altra sera è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania, perché in casa aveva nascosto un vero e proprio arsenale, composto da 9 pistole, alcune delle quali a salve, ma opportunamente modificate per renderle funzionanti e letali.

Al riguardo, l’arresto si inserisce in una più ampia e continua azione di contrasto al traffico di armi posta in essere dall’Arma di Catania su tutta la provincia etnea, volta a debellare le capacità militari dei clan, che solo nel 2024, ha permesso di recuperare 32 pistole, 7 fucili automatici, 6 mitragliatrici, 15 fucili da caccia, e più di 1500 munizioni, per un totale di 66 persone coinvolte tra arrestati e denunciati.

In questa occasione, l’attività dei militari del Nucleo Investigativo di Catania ha fatto emergere la figura del 45 enne, che secondo le indagini dei militari, si sarebbe specializzato nell’alterazione delle pistole a salve, che trasformate in armi capaci di sparare proiettili, avrebbe rivenduto poi alla criminalità.
In tale contesto, la tesi dei Carabinieri si è rivelata corretta perché, organizzata una perquisizione presso il suo appartamento a Librino, sono state scovate 9 pistole. In particolare, le armi erano state occultate nel cassetto di una parete attrezzata del salotto dell’abitazione, in cui sono stati trovati anche diversi arnesi come trapani con punte piccole, potenzialmente idonei a smontare parti d’armamento.

La prima arma ad essere recuperata è stata una pistola semiautomatica “Beretta 8000 F Cougar” calibro 9×21, munita del proprio caricatore, con matricola rimossa mediante “limatura”. Nel continuo delle operazioni di ricerca, sono state poi rinvenute una pistola a salve marca ATAK modello Zoraki 917T calibro 9 mm, la cui canna era stata sostituita in modo da poter esplodere i proiettili cal. 9 corto, che erano già stati caricati nel serbatoio monofilare. Ben 13 proiettili.

Anche ad un’altra pistola a salve, marca Blow modello tr-914 calibro 9mm era stata modificata la canna e, perciò, avrebbe potuto benissimo sparare. Le modifiche apportate ad altre 6 pistole a salve, tra cui 3 revolver cal. 9 mm e 3 semiautomatiche cal. 8 mm, avevano riguardato, invece, la foratura e il taglio della canna, la sostituzione di altri congegni, come la culatta otturatore, il mirino e il grilletto, o semplicemente la rimozione del tappo rosso.

Trovato infine anche un grilletto per pistola revolver munito di innesto metallico, che probabilmente sarebbe stato montato su uno dei revolver a salve recuperati.
L’uomo è stato arrestato per detenzione di armi clandestine, detenzione abusiva di munizioni e ricettazione e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ne ha convalidato l’arresto, condotto presso il carcere di Catania Piazza Lanza. Sono in corso le indagini per risalire ai “clienti” del 45 enne mentre tutte le armi ed il munizionamento sono stati sequestrati e verranno inviate alla sezione “balistica” del Raggruppamento Investigazioni scientifiche R.I.S. di Messina per gli accertamenti tecnici.


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