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Contrasto ai furti di acqua: i Carabinieri denunciano 3 persone

Avevano effettuato un allaccio abusivo diretto alla rete idrica pubblica

La recrudescenza dei furti di acqua dalle condutture idriche, aggravata dall’attuale periodo di siccità, assume particolare allarme sociale anche in ragione della diminuzione della portata degli impianti e della conseguente razionalizzazione della distribuzione, con evidenti disagi per la popolazione.

Al fine di contenere tale preoccupante fenomeno criminale, il Comando Provinciale Carabinieri di Catania ha avviato una collaborazione con il consorzio acquedotto etneo A.Co.S.Et, che attraverso il confronto dei flussi di acqua erogata e quella effettivamente contabilizzata, è in grado di circoscrivere le aree dove svolgere i controlli.

In tale contesto, i Carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia, acquisito il quadro informativo fornito dal personale A.Co.S.Et, grazie alla profonda conoscenza del territorio, ha avviato una serie di mirati accertamenti volti ad individuare i “ladri d’acqua”, denunciando per furto aggravato 3 cittadini che avevano effettuato un allaccio abusivo diretto alla rete idrica pubblica.

In particolare, il primo ad essere “pizzicato” è stato un 76 enne pensionato, proprietario di una palazzina indipendente situata nei pressi della via che collega Santa Maria di Licodia a Biancavilla. In questa occasione, l’allaccio abusivo alimentava l’intero stabile, composto da 2 grandi garage al piano terra e appartamento al piano superiore.

È stata poi la volta di un 55 enne residente nella periferia nord del paese, che grazie all’allaccio abusivo riforniva ben 2 appartamenti di sua proprietà senza pagare alcuna bolletta e danneggiando, così, gli altri utenti “regolari”.

Infine, nella parte opposta del paese, i Carabinieri hanno denunciato un 37 enne originario di Adrano, che aveva bypassato il contatore dell’acqua per far sì che la fornitura raggiungesse due abitazioni indipendenti.

I furti andavano avanti da almeno 5 anni, e sono in corso i conteggi per poter quantificare quanti mq di acqua siano stati illegalmente sottratti e, dunque, quale importo i trasgressori dovranno risarcire alla società A.Co.S.Et.


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