“La vera piaga di Catania, e della Sicilia non è ovviamente di non avere gli inquinanti inceneritori che nessun vuole vicino alle proprie residenze e nel proprio territorio ma una pessima raccolta differenzia che di fatto è per la massima parte del tutto inesistente in quanto, come segnalato più volte, giornalmente viene raccolto dagli operatori ecologici anche quello che non dovrebbe essere esposto per essere prelevato davanti casa”. A parlare è il portavoce di Free Green Sicilia, Alfio Lisi.
Fino a qualche anno fa, per un breve lasso di tempo, i sacchi di differenziata esposti davanti casa non erano raccolti e venivano lasciati sul posto e su essi affisso un adesivo rosso con la scritta “non conforme” e anche se ovviamente non si poteva provvedere a una sanzione come previsto visto che i sacchi non sono nominativi, forse sarebbe bastato continuare a incollare l’adesivo di non conformità per sensibilizzare i cittadini che non rispettavano le regole anche in quanto a tutte le famiglie è stato distribuito il dépliant descrittivo dei giorni e dei materiali da separare.
Tutto ciò continua a verificarsi giornalmente in ogni parte della città senza alcuna differenza tra quartieri anche grazie all’Azienda affidataria della raccolta differenziata che non dovrebbe prendere quello che non è compatibile con il giorno della settimana poiché ciò non fa altro che aumentare il materiale non recuperabile che quindi va a finire in discarica.
“Qualche settimana fa all’inizio della crisi dei rifiuti in città a causa del previsto ennesimo collasso della già satura discarica di Lentini, si era detto che si era riusciti a risolvere uno degli storici simboli del degrado da rifiuti della città ovvero la situazione della fiera di piazza Carlo Alberto (dove i commerciati autorizzati a occupare il suolo pubblico dovrebbero provvedere alla fine della giornata, per regolamento comunale, alla raccolta dei propri rifiuti ma non lo fanno anche in quanto nessuno va a verificare) – le sue parole – Come ogni cittadino potrà verificare giornalmente a fine vendita, l’area commerciale della Fiera è totalmente ricoperta di ogni tipo di rifiuto, dagli ortaggi e frutta andata a male e abbandonata, dalle cassette di legno e di polistirolo, dagli scarti di pesce e carne in uno stato di putrefazione oltre alla plastica di ogni forma e di ogni genere, per poi essere il tutto raccolto senza poter fare alcuna differenziazione da parte dei mezzi dell’azienda preposta alla raccolta dei rifiuti (e non della differenziata come invece dovrebbe essere). E ciò non solo per i mercati pubblici storici e rionali ma anche per ogni via di ogni quartiere della città. È più facile gridare “all’inceneritore – all’inceneritore” (volendo parafrasare “al lupo – al lupo”) invece di occuparsi seriamente della raccolta differenziata nel rispetto della normativa e dei regolamenti comunali che peraltro se seriamente applicate farebbero risparmiare somme consistenti alle casse comunali per l’inoltro alle discariche (che si arricchiscono a nostre spese) o all’estero dei rifiuti indifferenziabili, oltre al guadagno ecologico per il materiale da riciclare e trasformare in qualcosa di utile, tutto ciò, dulcis in fundo, a beneficio delle tasche dei cittadini contribuenti costretti a pagare da tempo in Italia una delle tasse più alte sui rifiuti”.
Per l’indagine e la classifica d “Ecosistema Urbano 2023” tra 105 grandi città italiane Catania per la raccolta differenziata si troverebbe all’ultimo posto: un insopportabile primato che si ripete da anni ( ovvero su un totale di rifiuti urbani solo il 26.2 % è stato differenziato).
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni