Contrasto ai fenomeni criminali di illegalità diffusa e verifica del rispetto delle norme in materia di installazione di giochi d’azzardo, questi gli obiettivi prioritari dei controlli che hanno riguardato il quartiere “Centro” di Catania.
L’Arma del capoluogo etneo, già da diversi anni, ha messo in campo una serie di attività volte a contrastare bische clandestine e scommesse illecite, con lo scopo di arginare il fenomeno della ludopatia, un disturbo psicologico che rientra nella categoria delle dipendenze comportamentali.
In tale contesto, i Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante, con il supporto del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno effettuato mirate verifiche in alcune attività commerciali del centro storico, ponendo sotto attenzione viale delle Medaglie D’Oro, via Acquedotto Greco e via Santa Maria delle Catene; al riguardo i militari dell’Arma, al termine delle fasi del controllo di un chiosco bar, hanno denunciato la titolare, una 25enne catanese, per “esercizio abusivo del giuoco e delle scommesse”.
Quando gli investigatori e i tecnici dell’Agenzia delle Dogane sono entrati nel locale, che apparentemente sembrava un classico bar con bancone e sgabelli, hanno invece scovato una saletta nascosta nella quale era stato allestito un vero e proprio casinò. La sala, infatti, era dotata di un autonomo registratore di cassa, simile a quello regolamentare, ma adoperato solo per la raccolta del denaro delle scommesse clandestine e delle slot machine illegali. Oltre alle banconote, inoltre, la cassa conteneva un piccolo dispositivo elettronico che consentiva l’accesso online ai siti di giochi d’azzardo non europei, ovvero non tutelati dallo Stato italiano e, perciò, pericolosi.
In particolare, questo apparecchio permetteva di accedere, attraverso 4 PC istallati su altrettante postazioni messe a disposizione dei clienti, a “slot machine” virtuali che, naturalmente, eludevano il controllo del Monopolio.
La bisca disponeva anche di 6 “videolottery” VLT con caratteristiche tecniche difformi da quelle indicate dalla norma di Legge e, quindi, in violazione al T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza).
Tutti i pagamenti per poter usufruire di questo tipo di giochi avvenivano in contanti e direttamente alla titolare e, ovviamente, questi incassi, che si stima ammontassero a più di 1 milione di euro all’anno, non venivano contabilizzati nei rendiconti dell’attività. Per tale motivo sono ancora in corso accertamenti di natura tributaria.
A carico della proprietaria del chiosco bar, a causa di tutte le violazioni riscontrate, sono scattate sia la denuncia all’Autorità Giudiziaria per l’esercizio abusivo del gioco d’azzardo, che sanzioni amministrative per un totale di 94.000 euro, perché la signora non aveva alcuna licenza di polizia per svolgere quel tipo di attività.
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