Continuano i servizi volti al contrasto del fenomeno dei furti di rame. Dopo i recenti accessi a centri di raccolta metalli, a seguito dei quali sono stati rinvenuti materiali illegalmente smaltiti con i conseguenti provvedimenti di sequestro, il Questore di Catania ha predisposto una ulteriore serie di controlli e di accertamenti da effettuarsi presso centri di raccolta di rottami ferrosi, individuati all’interno di determinate aree della periferia urbana.
In campo i poliziotti del Commissariato Librino insieme agli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e alle unità antidroga della Squadra Cinofili dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico. A supporto anche gli equipaggi della Polizia Provinciale, della Polizia Locale e il personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro.
Analogamente ai precedenti servizi, l’attività di accertamento è stata finalizzata a verificare la filiera del rame e degli altri materiali che vengono trattati in questi centri, oltre al corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi che derivano da quest’attività.
I controlli si sono focalizzati in un sito della SS 114, in una ditta che, pur nascendo per l’attività di recupero di materiali ferrosi, a causa di gravi irregolarità riscontrate e delle vicende giudiziarie che ne derivarono, da circa due anni era stata autorizzata dall’Autorità Giudiziaria unicamente allo smaltimento dei materiali che erano stati illegalmente raccolti e che erano stati posti sotto sequestro.
I poliziotti hanno accertato che, anziché limitarsi all’attività autorizzata dal Magistrato, l’azienda ha perseverato nella sua attività illegale, raccogliendo metalli ferrosi e rame senza alcuna tracciabilità. Tale condotta criminale ha portato ad accumulare, all’interno dei piazzali della ditta, materiale ferroso di vario genere per circa 10.000 Kg; circa 5000 Kg di rame, cavi elettrici dell’alta tensione di grosso diametro, sono stati trovati all’interno di cassoni metallici, pronti ad essere sciolti, al fine di ricavarne il rame da vendere.
L’amministratore unico dell’azienda, un uomo di 59 anni, è stato indagato in stato di libertà ai sensi dell’articolo 216 del Codice dell’ambiente. Inoltre, nel corso degli accertamenti, è emersa l’irregolare posizione di due lavoratori che erano stati “assunti in nero”, senza regolare contratto. Per tale violazione è stata attivata la procedura che prevede, tra l’altro, l’irrogazione di sanzioni amministrative.
Tutto il materiale illegalmente raccolto e le aree in cui esso si trovava sono stati sottoposti a sequestro e messe a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono in corso indagini, in collaborazione con la Polizia Metropolitana del Comune di Catania, al fine di accertare l’origine e i proprietari dei prodotti rinvenuti. In ultimo, una segnalazione circa l’attività irregolare è stata anche effettuata all’Ente Regionale competente per materia, per l’adozione dei provvedimenti di competenza.
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