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Aci Bonaccorsi, pregiudicato per mafia sorpreso a costruire una villa abusiva: sequestro dei Carabinieri

I Carabinieri hanno rilevato anche la totale assenza di titolo per costruire, oltre che la mancanza dei nulla osta del genio civile e quello paesaggistico

La sicurezza ed il benessere dei cittadini passano anche attraverso la tutela dall’ambiente in cui vivono. Ed è proprio in tale contesto, che i Carabinieri, continuano a sviluppare un grande impegno per la salvaguardia del territorio, contrastando tutte quelle forme di abusivismo che lo deturpano, arrecando danni, spesso irreversibili, alla collettività. Fenomeni criminali, questi, in cui si intersecano inoltre gli interessi economici, l’ostentazione di forza e la ricerca della supremazia territoriale della criminalità organizzata.

Ciò vale, a maggior ragione, per l’area etnea, per la difesa delle cui bellezze naturalistiche sono in prima linea i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania.

Proprio nell’ambito dei servizi coordinati a largo raggio per il controllo del territorio, potenziati con l’operazione “Natale Sereno”, ed in particolare per la prevenzione ed il contrasto alla criminalità ambientale ed alle irregolarità nell’edilizia nella “terra delle Aci”, i militari della Compagnia di Acireale, con il supporto del 12° Reggimento “Sicilia” e dei colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania hanno effettuato, d’iniziativa, una serie di mirati controlli a cantieri edili nel territorio del comune pedemontano di Aci Bonaccorsi.

Nel frangente, proprio all’accesso in uno di queste aree cantierili, in una traversa di via Barbagalli, in area residenziale non lontana dal centro del paese, i Carabinieri della Stazione di Viagrande hanno scoperto una villetta, la cui costruzione, ormai prossima ad essere ultimata, è risultata completamente abusiva.

All’interno del sito, di proprietà di un avvocato del posto, sorgevano infatti 2 immobili di circa 60 mq ciascuno, ben rifiniti, anche con muratura in pietra lavica, la stessa utilizzata per il muro a secco di cinta. I militari dell’Arma, avviando quindi tutti i necessari accertamenti, hanno così scoperto come il cantiere, con 3 operai impiegati in nero, fosse gestito da un noto pregiudicato mafioso locale, sorpreso, proprio sul cantiere, in possesso di tutte le chiavi d’accesso della villa.

L’uomo, già arrestato in passato dai Carabinieri, poiché ritenuto uno degli esponenti di maggior spessore del “clan Laudani”, aveva anche subito in passato il sequestro di diversi immobili, per un valore di circa 2 milioni di euro.

Approfondendo poi l’esame di tutti i documenti connessi agli interventi edilizi per la realizzazione dell’immobile, i Carabinieri hanno poi rilevato anche la totale assenza di titolo per costruire, oltre che la mancanza dei nulla osta del genio civile e quello paesaggistico. Pertanto, i militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro l’intera area, comprensiva di villa, giardino, mezzi e strumenti di lavoro lì presenti, mentre il Capo cantiere è stato denunciato stavolta per la violazione della normativa per la sicurezza sul lavoro e della legislazione sociale, venendo sanzionato anche per l’impiego dei lavoratori a nero, con la conseguente sospensione dell’attività.

Sempre durante l’attività ispettiva, i Carabinieri si sono poi accorti che sul terreno limitrofo, in un’altra area cantierile, altri operai erano intenti a costruire un muro di cinta, senza le idonee misure di sicurezza. Per questo motivo, anche il loro datore di lavoro è stato deferito in stato di libertà.

Ammontano, a circa 60.000 euro le sanzioni pecuniarie complessivamente comminate.


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