Nell’ambito di ampie e complesse indagini coordinate, sin dal verificarsi degli eventi, dalla Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, militari del Comando Provinciale dei Carabinieri sono stati delegati all’esecuzione di un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari di Catania nei confronti due soggetti, Giuseppe Auteri, classe 1981 e Giovanni Agatino Di Stefano, classe 1981, indagati per le ipotesi di reato di “plurimo tentato omicidio aggravato dalla metodologia e dalla finalità mafiosa” e “porto e detenzione illegale di armi”, individuati grazie alla tenace e incessante attenzione investigativa profusa da questa Procura Distrettuale e dai militari del Comando Provinciale dei Carabinieri che, a distanza di tempo dal grave episodio, continuano nell’opera di individuazione di tutti i partecipi del fatto delittuoso.
Il provvedimento, eseguito nella giornata del 16 novembre 2023 ed emesso in una fase in cui non è ancora instaurato il contraddittorio fra le parti, rappresenta un ulteriore sviluppo investigativo relativo ad uno dei più cruenti fatti di sangue registratisi negli ultimi anni nella provincia etnea, ovvero lo scontro a fuoco il conflitto a fuoco verificatosi in viale Grimaldi di Catania l’8 agosto 2020 tra esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi e del clan dei Cursoti Milanesi all’esito del quale si registrarono due morti e diversi feriti.
La precedente attività investigativa – nota come operazione “Centauri” – aveva già portato nel mese di aprile 2021 all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 14 soggetti. Altri 5 soggetti erano stati fermati nell’immediatezza dei fatti nell’agosto 2020 e altri 4 erano stati arrestati all’esito della sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Catania in data 29 giugno 2022.
Dal recente ampliamento del quadro investigativo è emerso che Auteri e Di Stefano avrebbero preso parte al gruppo di soggetti riconducibili al clan Cappello che avrebbero esploso numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di tre persone della fazione avversa.
L’individuazione delle due ulteriori posizioni nell’ambito del cruento conflitto a fuoco è avvenuta grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Carmelo Liistro e Michele Vinciguerra, rivelatesi fondamentali per far luce sulla partecipazione ai fatti e sullo specifico ruolo svolto dai due indagati nel corso del conflitto a fuoco.
Allo stato sembrerebbe che il conflitto a fuoco sarebbe scaturito da contrasti personali insorti tra Gaetano Nobile e Carmelo Di Stefano per questioni di gelosia legate alla frequentazione di una ragazza e sarebbe deflagrato in modalità eclatanti per la volontà da parte dei partecipi di riaffermare la supremazia delle rispettive organizzazioni anche nel controllo delle piazze di spaccio.
Dopo le formalità di rito gli arrestati sono stati condotti nelle strutture penitenziarie ove verranno sottoposti ad interrogatorio
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