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Catania, verso lo sciopero del 20 novembre: oggi affollato attivo congiunto Cgil e UIL

De Caudo e Meli: “A fare le spese di una Finanziaria iniqua sarà soprattutto il Sud, sarà Catania, dove il disagio è grande e cresce ogni giorno”

“Adesso basta”. Lo slogan è solo uno ma le ragioni per scioperare, secondo Cgil e Uil, a Roma come a Catania, sono moltissime: è urgente aumentare i salari, estendere i diritti, contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. Per l’intero Paese, e a maggior ragione per le città del sud Italia, giova un’altra politica economica, sociale e contrattuale.

L’attivo congiunto tenutosi stamattina nel “Salone Russo” di via Crociferi con Cgil e Uil di Catania, portava un titolo esplicito: “Per l’Italia, per Catania. Cambiare insieme la manovra, cambiare insieme le politiche economiche e sociali”.

Attraverso la voce dei segretari generali delle due sigle, Carmelo De Caudo ed Enza Meli, ha puntato a raccogliere le analisi ma anche gli obiettivi a brevissimo termine delle lavoratrici e dei lavoratori iscritti. Saranno soprattutto loro che a partire dai luoghi di lavoro coinvolgeranno i cittadini, anche i non iscritti, perché “questa battaglia riguarda tutti, sia chi un lavoro ce l’ha, sia chi lo cerca. Sia i pensionati che i giovanissimi. Lo stato sociale non procede a compartimenti stagni”.
All’incontro sono intervenuti anche esponenti dell’associazionismo cittadino, come Acli, Arci ed Emergency. 

Sono previste 5 giornate con scioperi di otto ore e manifestazioni in 58 piazze italiane con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale. Le date che interessano la Sicilia sono le seguenti: venerdì 17 novembre, le lavoratrici e i lavoratori delle categorie del trasporto, di tutto il pubblico impiego e della conoscenza sciopereranno sempre per 8 ore o intero turno, ma su tutto il territorio nazionale. 

A Catania, in particolare, i lavoratori si concentreranno per una protesta di fronte alla Prefettura alle ore 10,30; l’iniziativa sarà sostenuta da Cgil e Uil di Catania, Cgil di Caltagirone, FP Cgil e Uilpa Uil, FLC Cgil, Filcams Cgil, Uil Poste, UILFPL, Filt Cgil, Uil Trasporti, Uil Scuola RUA, Filbi-Uila, UILTuCS e  FP Cgil di Caltagirone.
Lo sciopero di punta per la Sicilia è stato poi fissato per il 20 novembre con manifestazione a Siracusa dove interverrà il segretario nazionale Uil, PierPaolo Bombardieri. La parola d’ordine per i due sindacati adesso è più che mai: restare uniti e lavorare al meglio insieme per il bene di tutti.

Per il segretario generale della Camera del lavoro, Carmelo De Caudo e la segretaria generale UIL, Enza Meli, “la nostra missione è oggi spiegare non solo le rivendicazioni con chiarezza e forza, ma anche la necessità di scendere in campo, di astenersi dal lavoro, di partecipare in prima persona per difendere diritti fondamentali che in questo Paese e nella nostra Sicilia vengono sempre più a mancare”. “Dobbiamo spiegare  all’intera opinione pubblica – aggiungono i due esponenti sindacali – il nostro “no” alla manovra economica, partendo dalla realtà che ci circonda e che ci mostra un’inflazione sempre in crescita e oramai insostenibile, un Servizio sanitario nazionale sempre più distante da quello che ci assicura la nostra Costituzione, un sistema di welfare che regge sempre meno, una situazione previdenziale che non rassicura gli anziani di oggi e appare una chimera per gli anziani di domani”. Il Governo, però, è sordo alle richieste e alle proposte dei sindacati: “Chi non dialoga sbaglia sempre – concludono De Caudo e Meli –  Il governo Meloni sta clamorosamente sbagliando con le lavoratrici e i lavoratori, con le pensionate e i pensionati, con le ragazze e con i ragazzi di questo Paese. Sta sbagliando con le famiglie. A fare le spese di una Finanziaria iniqua sarà soprattutto il Sud, sarà Catania, dove il disagio è grande e cresce ogni giorno tra opportunità negate e ritardi storici. Qualcuno ha preso le distanze, altri hanno criticato la mobilitazione di Cgil e Uil. Se ne facciano una ragione. Quando è necessario tutelare lavoro e diritti noi ci siamo, ci siamo stati e ci saremo sempre. Adesso, basta! Glielo diremo forte e chiaro dai luoghi della grande iniziativa unitaria. Noi ci saremo, Catania ci sarà. Massicciamente e convintamente!”.


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