Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato, nel corso di servizi straordinari di controllo del territorio che hanno interessato tutta l’area metropolitana di Catania, ha arrestato due catanesi ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di porto e detenzione di arma comune da sparo nonché clandestina, resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione.
La notte del decorso 28 settembre, durante il pattugliamento del rione San Giovanni Galermo, operatori della Squadra Mobile intercettavano un’autovettura Alfa Romeo Mito che appariva, da subito, sospetta, in considerazione della elevata velocità di marcia, dei finestrini posteriori infranti e della presenza di soggetti a bordo vestiti con abiti scuri e con i volti parzialmente travisati.
In considerazione delle rilevate anomalie, al termine di una breve osservazione, il personale della Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. e della Sezione di Contrasto al crimine diffuso (Falchi) procedeva al controllo del veicolo e dei suoi occupanti.
Detta operazione si rivelava da subìto complessa, poiché, i soggetti a bordo tentavano di fuggire adottando manovre alquanto azzardate e pericolose.
Il puntuale intervento in ausilio degli altri equipaggi della Polizia di Stato, operativamente dislocati in tutta l’area d’interesse, consentiva di bloccare il veicolo e di identificare il conducente per il ventiseienne C.S. ed il passeggero per il coetaneo P.A., entrambi con pregiudizi di Polizia.
I successivi approfondimenti permettevano di verificare come il conducente impugnasse una pistola a tamburo rifornita con 5 cartucce (cal. 38 special), priva di matricola identificativa; mentre il passeggero custodiva, tra lo sportello ed il sedile anteriore, una pistola-mitragliatrice con inserito un caricatore con 18 cartucce (cal. 7.65), anch’essa priva di matricola identificativa.
Peraltro, i tempestivi accertamenti sul veicolo, a bordo del quale i due catanesi erano stati fermati, consentivano di appurare che si trattava del provento di un furto commesso giorni prima, per cui – al termine dei rilievi del caso – veniva restituito al legittimo proprietario.
In relazione alla detenzione illegale di armi clandestine e della ricettazione dell’autovettura, i due giovani venivano tratti in arresto, convalidato nei giorni successivi dal Giudice per le Indagini Preliminari che disponeva per entrambi la misura cautelare della custodia in carcere.
La Squadra Mobile, con la collaborazione degli specialisti della Polizia Scientifica, allo stato, sta svolgendo i consueti approfondimenti investigativi volti verificare se le armi trovate nella disponibilità del C.S. e del P.A. abbiano trovato un qualche impiego in precedenti episodi delittuosi, ma soprattutto per stabilirne l’attuale ed effettivo uso.
Quel che è certo, al momento, è che la tipologia di armi sequestrate, in relazione alla tipologia (una, con ogni evidenza, da guerra) e calibro nonché alla circostanza che fossero cariche e pronte al fuoco, potrebbe essere riconducibile a gruppi criminali organizzati, dediti, di regola, alla commissione di reati predatori come rapine a mano armata, commesse al fine, tra l’altro, di rimpinguare le casse del sodalizio e da destinare a più remunerativi investimenti illeciti.
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