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Catania, denaro per un nulla osta: misura cautelare per collaboratrice di uno studio legale

Secondo quanto acquisito l’offerta sarebbe stata formulata mostrando al funzionario un incarto con dentro delle banconote il cui ammontare non veniva specificato dall’indagata

In data odierna, su delega di questa Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza che ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, emessa in data 7 settembre dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, nei confronti di una collaboratrice di uno studio legale di Catania, R.S.G. (classe ’63), per il reato di istigazione alla corruzione propria.

Le indagini scaturite dalla denuncia sporta nel mese di maggio 2023 da un funzionario in servizio presso la Prefettura di Catania, coordinate da questo Ufficio ed eseguite dalla Sezione Reati contro il Patrimonio Unità Anticorruzione della Squadra Mobile della Questura etnea, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti ed in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, elementi che dimostrerebbero che R.S.G. avrebbe offerto una somma di denaro al predetto funzionario della Prefettura allo scopo di ottenere il nulla osta di quell’Ufficio in relazione ad una pratica di un cittadino extracomunitario per la quale lo Sportello Unico Immigrazione, in data 13.1.2023, aveva già notificato, ex art. 10-bis della legge 241/1990, un avviso del provvedimento di rigetto per difetto dei presupposti di legge.

Secondo quanto acquisito l’offerta sarebbe stata formulata mostrando al funzionario un incarto con dentro delle banconote il cui ammontare non veniva specificato dall’indagata (ma la prima era del valore di 50 euro) che venivano presentati come “un pensiero” per il predetto funzionario e, successivamente a seguito della reazione di quest’ultimo e del dirigente dello stesso, come una modalità per offrire un caffè o una granita per i funzionari dell’ufficio.

La condotta che si è descritta, allo stato degli atti, integra il reato di istigazione alla corruzione, atteso che l’offerta di denaro sarebbe stata correlata alla richiesta di rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare ad un cittadino extracomunitario che non aveva diritto ad ottenere tale provvedimento amministrativo.


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