“La sospensione del Punto nascita di Bronte per carenza di ginecologi, è il risultato di una politica regionale che non riesce a investire sulla Sanità pubblica. Un provvedimento così grave mette a rischio la salute di una grande fetta di donne dell’area etnea più interna, ma soprattutto è la prova tangibile di come la sanità pubblica sia allo sbando. Il presidente Schifani prenda atto di questa sconfitta e corra subito ai ripari anziché appoggiare il Governo nazionale in tema di autonomia differenziata”.
È un commento duro quello del segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, che si esprime così a proposito della chiusura del Punto nascita di Bronte. De Caudo chiede un confronto tra rappresentanti istituzionali e forze sociali nel capoluogo.
“Apprendiamo che l’Asp ha dovuto adottare il provvedimento a causa di una grande carenza di forza lavoro fondamentale per assicurare i necessari standard operativi e di sicurezza del servizio. Siamo a conoscenza degli sforzi dell’Azienda affinché le partorienti possano comunque raggiungere in ambulanza il più vicino ospedale, ma crediamo che reclutare attraverso un bando internazionale di imminente pubblicazione e l’avere autorizzato da pochi giorni la stipula della Convenzione con l’ARNAS “Garibaldi” per l’utilizzo di medici ginecologi presso il Punto nascita di Bronte, non basti affatto. Si tratta di provvedimenti tampone che non risolvono il problema. La questione Sanità in Sicilia, e in una grande città come Catania, ha bisogno di politiche regionali robuste che non possono mancare di investimenti, di programmazione, di visione e di coraggio. Pensiamo che anche L’ASP debba muoversi di più in questa direzione. Come Cgil di Catania, da anni forniamo spunti di analisi e di soluzioni per rilanciare il settore, anche avvalendoci delle segnalazioni dei lavoratori del settore iscritti al sindacato. Ma in cambio registriamo solo fughe di fior di professionisti verso il privato e casi come quello di Bronte che ci fanno preoccupare davvero per il destino a breve termine della sanità siciliana”.
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