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“Volevo solo spaventarle”, così davanti al Gip l’uomo che ha investito la moglie e un’amica, uccidendola, nella zona industriale di Catania

Nasca ha detto che voleva "solo spaventarle", perché loro "si erano rifiutate di tornare a casa con lui, dicendo che erano in attesa di un amico"

Dinanzi al gip Marina Rizza per l’interrogatorio di garanzia, cambia versione dei fatti Piero Nasca, l’uomo che sabato ha arrotato con l’auto la moglie Anna Longo, finita in ospedale con il bacino fratturato, e l’amica di quest’ultima, la 69enne Cetty De Bormida, morta sul colpo alla zona industriale di Catania. Alla presenza del pm Valentina Botti, il sostituto che ha firmato nell’immediatezza del fatto, il fermo di indiziato di delitto, Nasca ha detto che voleva “solo spaventarle”, perché loro “si erano rifiutate di tornare a casa con lui, dicendo che erano in attesa di un amico”. Ammissioni sì, ma meno pesanti rispetto alle motivazioni spiegate ai poliziotti che lui stesso aveva chiamato, dopo avere travolto le due donne, all’uscita dalla clinica, in cui si era recato con la moglie. Secondo quanto emerso nei giorni scorsi, il suo principlae obiettivo era l’amica ritenuta la responsabile della volontà della coniuge di lasciarlo.

Assistito dal suo legale, l’avvocato Fabio Presenti, Nasca al gip ha anche riferito che nella zona industriale c’era andato con la moglie e con Cetty Da Bormida, particolare che invece non aveva detto al momento del fermo. Così come ha negato di avere travolto per la seconda volta le due donne dicendo che aveva solo fatta una retromarcia azzardata senza avere la certezza di avere colpito per la seconda volte le due donne. Nasca ha poi rivelato che sei mesi fa aveva tentato il suicidio e che era in cura al Sert per una dipendenza da alcol: dopo avere commesso l’omicidio, mentre attendeva la polizia chiamata al 112, ha bevuto due biancosarti. Alla fine dell’udienza durata dieci minuti il gip si è riservato di decidere sulla convalida del fermo e sull’emissione di ordinanza cautelare.


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