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Inchiesta sanità Catania, avviso conclusione indagine per 17

Al centro dell'inchiesta un'indagine dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale su incarichi nell'ambito di progetti finanziati e approvati dall'assessorato alla Salute della Regione Siciliana attribuiti a "predestinati"

La Procura di Catania ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari dell’inchiesta sulla sanità su indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Lo dice Ansa.it, citando il quotidiano La Sicilia.

Sono complessivamente 17, come riporta il quotidiano La Sicilia, le persone destinatarie del provvedimento, firmato dalla sostituta procuratrice Alessandra Tasciotti.

Tra loro gli ex assessori della Regione Siciliana della Salute, Ruggero Razza, e del Lavoro, Antonio Scavone, l’ex presidente dell’ordine dei medici di Catania, Ignazio ‘Igo’ La Mantia e Giuseppe Arcidiacono, dirigente medico dell’ospedale Garibaldi ed esponente di Fdi che si era candidato a sindaco per poi ritirarsi. Gli altri destinatari del provvedimento sono: Alberto Bianchi, Nunzio Ezio Campagna, Paola Rita Campagna, Filippo Di Piazza, Giuseppe Di Rosa, Sebastiano Felice Agatino Ferlito, Calogero Grillo, Rosalia Maria Leonardi, Gesualdo Antonio Missale, Eugenio Pedullà, Ernesto Guido Rapisarda, Francesco Lo Re, e Daniele Sorelli. Tre di loro – Arcidiacono, Nunzio Enzo Campagna e Missale – sono agli arresti domiciliari.

Al centro dell’inchiesta un’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale su incarichi nell’ambito di progetti finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana attribuiti a “predestinati” o a dei congiunti attraverso bandi predisposti ad hoc ed esami pilotati nel concorso per la nomina a direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania.

Razza (FdI) e Scavone (Mpa) sono indagati per turbata libertà di scelta del contraente per la nomina di due professionisti per altrettanti progetti; a La Mantia è contestata la turbata libertà degli incanti per aver favorito un candidato a un concorso a dirigente all’Ordine etneo.


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