Sarà dedicato alle neomamme e ai loro piccoli con problemi di fragilità, disadattamento sociale e privi di assistenza sanitaria, cosiddetti “defavorizzati”, il neonato “Ambulatorio Solidale” dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”, creato all’interno dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia diretta da Michele Fichera, promosso in particolare dall’Unità Operativa Semplice Nido/Sala Parto, con la responsabile Caterina Carpinato, e il coinvolgimento di più strutture ospedaliere, i Servizi Sociali, coordinati da Gina Occhipinti, e diverse altre figure come la pedagogista e il mediatore culturale.
Il personale dell’ambulatorio solidale ogni giovedì, a partire da domani, 8 giugno, dalle 8.30 alle 12.30, offrirà prestazioni sanitarie e sociali gratuite come visite ginecologiche e pap-test, ecografie, isteroscopie, assistenza al parto. Possono accedervi pazienti del presidio “Rodolico” comunitarie, extracomunitarie e italiane purché siano in situazioni di disagio sociale e non siano iscritte all’Anagrafe Regionale degli Assistiti, quindi senza un medico di base al quale rivolgersi.
La prenotazione è obbligatoria, telefonando al numero 095/3782763 oppure scrivendo una email agli indirizzi ambulatoriosolidale@policlinico.unict.it oppure ambulatoriosolidale@pec.policlinico.unict.it. Ricevuta la mail, verrà effettuata una verifica sulla regolarità delle informazioni fornite dall’interessata e quindi si potrà avviare il percorso di assistenza.
Questo comprende la presa in carico della paziente a 360 gradi, con l’assistenza pre e post partum e la successiva presa in carico del neonato a cura dell’UOS Nido/Sala Parto, il tutto per scongiurare problematiche di ordine sanitario e di ordine sociale, ad esempio difficoltà nel seguire regole e costumi diversi rispetto alla propria cultura, che possano condurre a morbidità e mortalità del neonato.
I neo genitori e il bambino, per quanto possibile, con le opportunità di cura offerte dall’azienda, raggiungerebbero uno stato di benessere fisico ma anche psichico, a beneficio anche dell’inserimento sociale della nucleo familiare nel territorio.
Tra gli interventi previsti, oltre quelli di carattere strettamente sanitario, tra cui anche interventi per la promozione dell’allattamento al seno grazie alla presenza dell’ostetrica, ci sono anche il sostegno pedagogico e la collaborazione del mediatore culturale attraverso il quale facilitare le comprensione e la comunicazione dei pazienti.
“Abbiamo l’esigenza di fornire un supporto ai “diseredati” fuori dai circuiti di assistenza regolari –spiega il professore Fichera- molto spesso provenienti dalla strada e dalla società, considerati fantasmi. L’ambulatorio aprirà grazie alla collaborazione dell’UOS Nido/Sala Parto e dei servizi sociali senza i quali non saremmo riusciti a penetrare il territorio”.
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