L’istruzione per gli adulti nell’anno Europeo delle Competenze approfondisce il tema delle skill digitali, che consentano a tutti di usare con destrezza gli strumenti informatici e di accedere alle nuove tecnologie per orientarsi in un mondo del lavoro fatto di servizi integrati, a volte esclusivamente accessibili online. Dalle rilevazioni europee emergono criticità sull’alfabetizzazione digitale, meglio evidenziate dalla pandemia a livello nazionale, con forte impatto sugli aspetti lavorativi, educativi e in tutti gli ambiti di vita. Per lo studente adulto di oggi diventa urgente non solo approcciarsi alle pratiche digitali, ma anche acquisire consapevolezza sulla sostenibilità, sul rispetto ambientale, sulle pratiche green, sull’educazione alla cittadinanza attiva. Questi sono solo due dei macro-temi al centro del dibattito dell’istruzione, in atto durante l’Assemblea Nazionale della Rete dei Centri Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo (CRRS&S) a Catania e gli incontri del Gruppo Tecnico di Lavoro del progetto OCSE “Migliorare il riconoscimento dei crediti e la Personalizzazione dei Percorsi Formativi nei CPIA”, per tracciare nuove sfide e strategie utili a migliorare l’offerta formativa per gli adulti di tutte le regioni d’Italia.
Giovanni Bevilacqua, dirigente scolastico del CPIA Caltanissetta ed Enna, riconfermato in seno all’Assemblea presidente nazionale dei CRRS&S, chiarisce che «l’accertamento delle competenze in ingresso è necessario per la personalizzazione dei percorsi di adulti di diversa provenienza e frequentanti i vari contesti scolastici e costituisce il naturale completamento di percorsi di ricerca e sperimentazione che i CRRS&S hanno condotto anche in collaborazione con ANPAL. L’auspicio è che l’attività partecipata possa definire procedure, strumenti e modelli condivisi a livello nazionale e favorire l’armonizzazione dei processi che garantiscono a ciascun adulto pari opportunità e risposte personalizzate ai propri bisogni formativi».
«Il confronto nazionale – spiega Fiorella Palumbo, dirigente tecnico USR Sicilia e coordinatore dei Gruppi di Lavoro del progetto OCSE (Organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico) – ci dà l’opportunità di migliorare le attività svolte nei CPIA: la Sicilia offre una proposta di qualità in termini di procedure». Sono stati valutati i risultati raggiunti e gli obiettivi da perseguire affinché l’istruzione risponda sempre più e meglio alle esigenze degli adulti di oggi anche attraverso le attività dei Centri CRRS&S costituiti dal ministero dell’Istruzione e del Merito, che hanno il compito di svolgere progettualità strategica su molteplici aree e diversi target di adulti».
In Sicilia sono 10 i CPIA – Centri per l’Istruzione degli Adulti – presenti in tutte le province, orientano i percorsi di istruzione pubblica sulla base dei bisogni territoriali di adulti italiani e stranieri. L’impegno è profuso anche nei progetti transnazionali con gli Erasmus Plus e nel sostegno dell’istruzione in carcere. «I CPIA sono in stretto collegamento con le prefetture e le strutture d’accoglienza – aggiunge Palumbo – la Sicilia è un’area di transito per i migranti che spesso acquisito il primo livello di competenza si spostano in altri territori. Gli stranieri che arrivano in Italia, per l’inserimento e l’inclusione nelle comunità locali, hanno bisogno innanzitutto della lingua italiana, partono dal livello base per poi raggiungere i livelli di competenza linguistica più elevati e certificabili. Un problema affrontato dai migranti è anche quello del riconoscimento delle competenze già acquisite nei loro Paesi d’origine, pur essendo specializzati sono spesso privi di documenti, devono fare ripartire il loro percorso di istruzione per conseguire il titolo di scuola secondaria di primo grado, e poi essere accompagnati lungo il loro nuovo processo di integrazione e istruzione».
Gli italiani adulti hanno l’esigenza di possedere o rinnovare il titolo di studio per cogliere le opportunità offerte dal mondo del lavoro, puntano a una crescita personale e all’inserimento professionale. Per gli studenti detenuti l’offerta formativa spazia dalla scuola secondaria di primo grado a quella degli istituti tecnici, professionali e linguistici di secondo grado; «la forte collaborazione con il ministero della Giustizia – spiega Palumbo – ci supporta e ci aiuta a migliorare il difficoltoso e delicato percorso che si realizza all’interno delle strutture, sviluppando una fruttuosa collaborazione con chi ogni giorno opera all’interno delle strutture detentive».
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