Qualche giorno fa, a causa di una malattia inguaribile, è morto “DON”, un bellissimo pastore tedesco specializzato in gestione dell’Ordine Pubblico e ricerca di stupefacenti, in servizio da oltre 8 anni al Nucleo Cinofili dei Carabinieri, con sede a Nicolosi.
Il Servizio Cinofili dell’Arma dei Carabinieri è stato istituito il 9 giugno 1956, al fine di assicurare l’impiego di Carabinieri conduttori di cani in attività di polizia giudiziaria, di ricerca, di soccorso in aree sensibili e in tutte le operazioni in cui tale intervento fosse stato ritenuto di valido supporto. In quella data nacque quindi il Centro Carabinieri Cinofili nel quartiere Castello di Firenze, con la finalità di provvedere alla formazione di unità cinofile.
Nei suoi quasi 70anni di attività, le unità cinofile dell’Arma hanno conseguito innumerevoli, preziosi risultati nel campo della polizia giudiziaria, accanto ai molti episodi di soccorso e di assistenza che hanno trovato risalto nella stampa nazionale. Localizzare e seguire le tracce dei malviventi fiutando oggetti o capi di vestiario, individuare i nascondigli di armi, esplosivi e droga, ispezionare boschi, località impervie e casolari isolati nel corso di battute e rastrellamenti durante la ricerca di latitanti, inseguire e bloccare soggetti in fuga, cooperare alla sicurezza dei reparti dell’Arma impegnati in particolari condizioni ambientali e in situazioni di ordine pubblico, sono queste e molte altre le attività del Servizio Cinofili dei Carabinieri. Determinante resta poi il loro impiego in caso di “intervento straordinario” in operazioni di soccorso, diretto in genere a salvare vite umane, ricercando persone travolte da valanghe (tale compito è affidato in particolare alle unità cinofile che operano a supporto del Centro carabinieri addestramento alpino) o disperse nel caso di calamità naturali, come terremoti, alluvioni, inondazioni, crolli, esplosioni. Dal 2013 il Servizio Cinofili dispone difatti anche di una “Squadra Ricerca Molecolare”, con sede a Firenze, che ha competenza su tutto il territorio nazionale e che, utilizzando esemplari di razza “Bloodhound”, si occupa della specifica ricerca di persona su traccia (“mantrailing”) per operazioni di Polizia Giudiziaria e di soccorso.
Attualmente l’Arma conta 24 nuclei cinofili distribuiti sul territorio nazionale e dipendenti dai reparti territoriali dove sono ubicati, a cui vanno aggiunti una squadra cinofili per il Nucleo Carabinieri di Castelporziano, posto alle dipendenze del Reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica, un’unità presso la stazione Carabinieri Aeroporto MI-Linate e la Compagnia CC Aeroporti RM-Fiumicino, nonché unità presso taluni reparti del Comando Aeronautica Militare e del Comando Marina Militare.
Il servizio cinofili dell’Arma viene inoltre esportato anche all’estero, dove per convenzione prende il nome di K9 Unit (K9 – Canine), partecipando alle più rilevanti missioni internazionali di “peacekeeping” nei territori stravolti dai conflitti bellici, come avvenuto in passato in Bosnia/Erzegovina, Kosovo, Albania.
Nella parte orientale della Sicilia, l’Arma dei Carabinieri dispone di unità cinofile, costituite da cane e conduttore, addestrate per la ricerca di persone, armi, esplosivi, sostanze stupefacenti, nonché per compiti di “Ordine Pubblico” presso il Nucleo Cinofili dei Carabinieri di Nicolosi, operando a supporto ai Comandi territoriali nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna.
Solo nell’ultimo anno, i Carabinieri Cinofili hanno partecipato a 42 servizi di ordine pubblico, tra cui si annovero le attività di bonifica in caso di eventi, 248 attività per la ricerca di stupefacenti e 71 azioni di contrasto al traffico di armi e esplosivi, contribuendo ad arrestare in flagranza di reato 46 persone, ma soprattutto riuscendo a rinvenire, grazie al fiuto formidabile dei cani Carabinieri, 4 kg di cocaina, 3 kg di Hashish, 113 kg di marijuana già essiccata e 598 piante, oltre a 496 semi di canapa e 21 armi da fuoco, tra cui mitragliatrici e armi da guerra.
Tra i servizi positivi svolti negli anni da DON, merita di essere ricordato in maniera particolare il ritrovamento di 200 grammi di cocaina nascosti in uno scomparto segreto, azionato da una presa elettrica, che solo un cane anti-droga opportunamente addestrato avrebbe potuto scovare.
Quello tra cane e conduttore è un binomio indissolubile e quando il cane, per ragioni di età, smette di lavorare per le Forze dell’Ordine, solitamente viene adottato dallo stesso conduttore. Era questa l’intenzione dell’addestratore di “Don”, che aveva compiuto 10 anni lo scorso aprile e nell’autunno avrebbe terminato la sua carriera operativa. Don, però, non ha potuto godersi la “meritata pensione” a causa di una brutto male. Il suo servizio per lo Stato, però, non verrà mai dimenticato…. “Buon ponte dell’arcobaleno Don”.
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