Dopo l’ennesima giornata di follia e violenza vissuta ieri nel carcere catanese di Piazza Lanza, con due appartenenti al corpo di Polizia penitenziaria feriti da altrettanti detenuti, è ferma la denuncia del sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe.
“Quel che è accaduto nel carcere di piazza Lanza, con la violenta aggressione a due poliziotti ai quali va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di Polizia penitenziaria” – spiega Francesco Pennisi, consigliere nazionale per la Sicilia del sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe – “Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo dare conto dell’ennesima grave aggressione in danno del personale della Polizia penitenziaria. I due agenti aggrediti sono rimasti vittime in due episodi avvenuti all’interno dei reparti detentivi e hanno dovuto far ricorso alle cure mediche nell’ospedale cittadino. Ormai la situazione è totalmente degenerata: decine di eventi critici fanno seriamente presupporre che sussistano seri problematiche nella catena di comando. Basta con le parole, i superiori organi dipartimentali e le istituzioni politiche devono con urgenza intervenire e porre fine a questo massacro della Polizia penitenziaria. Il Sappe dice veramente basta!”.
Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe, si appella al ministro Guardasigilli Carlo Nordio: “Chiedo al ministro della Giustizia Carlo Nordio un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese. E’ necessario prevedere un nuovo modello custodiale. Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai precedenti vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia. Confidiamo dunque che ora si vedano finalmente fatti concreti”.
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