Non potevamo mancare. Presenti e puntuali all’appuntamento con #domenicalmuseo, l’iniziativa che il Ministero della Cultura promuove da qualche anno.
La gratuità dell’ingresso nei luoghi della cultura che sono fondamento della nostra identità è stata colta dal gruppo di Italia Nostra – sezione Melilli, come occasione ghiotta da prendere al volo.
La scelta si è posta sui due castelli svevi di età federiciana, al castello Maniace di Siracusa e il Castello Ursino di Catania, entrambi progettati dall’architetto Riccardo da Lentini.
Simili nella forma, differenti nella funzione, grazie alla guida del vice presidente Giuseppe Immè, abbiamo colto l’ideologia progettuale dal quale nasce il castello Maniace, ovvero quella di dare visivamente forma, di rappresentare la grandezza e la potenza dell’impero di Federico II di Svevia costruendo un’enorme sala centrale suddivisa in campate, ognuna delle quali rappresentante uno dei suoi “Regni” sparsi per il mondo e al centro di essa, la Sicilia. Un castello dunque, dalla funzione prettamente militare, ben diversa da quella del castello Ursino che si presenta più strutturato, seppur apparentemente più tozzo, e dunque adatto a funzioni diverse. Fu infatti residenza reale e poi sede del Parlamento e ancora dimora nobiliare. Alla fine del 500, l’inizio di un declino che lo farà diventare prima carcere e poi quartiere militare, il cosiddetto “Forte Ferdinandeo”. Dal 1934 però, dopo il difficoltoso restauro del 1932, il castello Ursino è divenuto la sede del museo civico di Catania che espone preziose collezioni d’arte che, per l’occasione, abbiamo avuto il piacere di apprezzare.
Successivamente, con la visita del “Museo Tattile del Mediterraneo”, il gruppo di Italia Nostra – sezione Melilli, si è regalato una esperienza emozionante che non si dimentica facilmente.
Detto anche Polo Tattile Multimediale, il museo è una realtà unica nel sud Italia, e si pone il notevole doppio obiettivo di “alfabetizzare culturalmente” i non vedenti e creare un nuovo modo di fare integrazione ponendo tutti sullo stesso piano.
Il Museo espone plastici realizzati dalla Stamperia Regionale Braille, riproducenti alcune delle bellezze architettoniche del mondo, con particolare attenzione alla Sicilia e alle opere delle culture e delle religioni dei popoli del mediterraneo. Opere che i non vedenti e gli ipovedenti possono vedere, apprezzare e conoscere proprio attraverso l’uso del “tatto”, cosi da permettere un viaggio ideale per il mondo. L’imperativo è “Vietato non toccare”. Il motto è “Toccare l’arte”.
Interessantissima poi, la pinacoteca in cui le opere pittoriche possono essere apprezzate e viste dai non vedenti perché vengono scomposte in più piani “ottico tattili” creandone la riproduzione in rilievo, per essere guardate col tatto.
Singolare e indimenticabile infine, l’esperienza riservataci all’interno del “Bar al buio” dove ci siamo ritrovati catapultati nella dimensione sensoriale che rappresenta la quotidianità dei non vedenti.
I ruoli si sono invertiti e, al buio, impacciati e disorientati, siamo stati invitati da due non vedenti che ci hanno fatto da guida, a sorseggiare un caffè, a capire l’opera pittorica che toccavamo, a indovinare, a guardare ciò che ci circondava ma, utilizzando il tatto, il gusto, l’olfatto. Il tutto volto a sperimentare un nuovo modo di fare integrazione, di porre tutti sullo stesso piano.
Una giornata insomma all’insegna della serenità, distanti da ritmi frenetici e luoghi chiassosi, in cui abbiamo respirato un po’ di storia, arte e cultura e rinvigorito il senso di identità e di appartenenza alla Nostra Italia, ma soprattutto, abbiamo dato ascolto a quelle emozioni e sviluppato riflessioni che, quel singolare contesto del “Museo Tattile del Mediterraneo”, generava in ognuno di noi.
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