“Un omicidio oltre l’intenzione…”: si è difeso così Antonino Cosentino, ritenuto l’assassino di Francesco Ilardi, l’ambulante avicolo di 51 anni, ferito mortalmente lunedì’ sera ad Aci Sant’Antonio con quattro colpi di calibro 38, morto poi sotto i ferri nell’ospedale di Acireale. Interrogato dal pm Francesco Rio alla presenza del suo legale, l’avvocato Margherita Ferraro, l’uomo ha ammesso di avere sparato, ma di averlo fatto per colpire Ilardi nella zona bassa del corpo, consapevole del fatto che quell’area in cui è avvenuto il delitto era controllata da alcune telecamere di videosorveglianza. Sul movente Cosentino ha parlato di litigi economici per una presunta “concorrenza sleale” di Ilardi, soprattutto da quando quest’ultimo aveva deciso di mettersi in proprio uscendo dalla società di fatto che aveva costituito assieme al padre di Cosentino.
Sarebbe stato dunque un delitto d’impeto. Dalla scorsa notte Cosentino è rinchiuso in carcere a piazza Lanza a Catania: all’una è stato bloccato dai carabinieri mentre si stava recando assieme al padre e all’avvocato in caserma a piazza Verga per costituirsi. Adesso bisognerà attendere la decisione del gip per valutare il fermo di polizia giudiziaria in cui la procura ipotizza i reati di omicidio aggravato e detenzione e porto illegale di arma da sparo. A inchiodare Cosentino, oltre al filmato della telecamera del panificio che ha ripreso tutte le fasi del ferimento divenuto poi con il trascorrere delle ore un omicidio, vi sarebbero le tracce di polvere da sparo ritrovate nell’abitacolo della Suzuki di colore amaranto utilizzata dall’uomo per compiere la spedizione punitiva nei confronti di Ilardi e per poi allontanarsi dal luogo del delitto. Sulla scena del crimine gli esperti della scientifica hanno rinvenuto sull’asfalto i frammenti di quattro ogive, tra cui quella con tracce di sangue, che aveva oltrepassato il corpo della vittima. Stamattina gli esperti della scientifica dei carabinieri sono tornati ad Aci Ant’Antonio per un nuovo sopralluogo alla ricerca del revolver che Cosentino avrebbe gettato nelle campagne retrostanti il luogo del delitto.
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