Lo scorso 16 febbraio, personale delle Volanti è intervenuto in piazza Falcone e Borsellino a seguito di segnalazione di una rapina consumata ai danni di un marocchino, da parte di altro extracomunitario.
Sul posto gli agenti hanno preso contatti con la vittima. L’uomo ha raccontato di essere stato avvicinato da tre persone di sua conoscenza, che hanno tentato di proporgli l’acquisto di alcune bottiglie di alcolici che gli avevano rubato la sera precedente. Al suo netto rifiuto ne è nata quindi un’accesa lite nel corso della quale uno dei tre ha preso una bottiglia e, brandendola, gliel’ha scagliata contro in pieno volto. Nonostante la concitazione del momento e il duro colpo ricevuto la vittima ha mantenuto una lucidità tale da permettergli di rendersi conto che uno dei tre malviventi gli aveva sottratto il telefono cellulare, prima di darsi alla fuga assieme agli altri complici. Non pago di quanto fatto, uno dei tre è tornato verso la vittima della rapina e lo ha colpito con un violento schiaffo al volto, per poi raggiungere gli altri due complici nella fuga.
Il malcapitato è stato accompagnato al pronto soccorso, dove è stato refertato con una prognosi di 10 giorni, e per i fatti di cui è rimasto vittima ha sporto quello stesso pomeriggio denuncia contro i suoi aggressori.
Trattandosi di persone di sua conoscenza, ne ha forniva la descrizione e si è dichiarato in grado di riconoscerlo in fotografia. In sede di denuncia gli sono state poste in visione diverse fotografie di extracomunitari, pregiudicati, tra i quali poter riconoscere qualcuno dei suoi aggressori.
La vittima ha riconosciuto senza alcun dubbio, tra le foto proposte, uno dei suoi aggressori, un tunisino, di cui è stata diffusa una nota radio con la descrizione al fine di poterlo individuare. L’uomo in questione era già noto per i suoi precedenti e anche per il suo modus operandi.
Proprio nella stessa mattinata, infatti, era stata perpetrata un’altra rapina ai danni di un bengalese. Costui era stato rapinato dopo aver chiuso la propria attività commerciale in via D’Amico da parte di tre nordafricani, che, improvvisamente, lo hanno aggredito con calci e pugni sottraendogli il telefono cellulare e 500 euro in contanti, incasso giornaliero della sua attività.
Per le percosse subite il bengalese ha riportato delle lesioni giudicate guaribili in 30 giorni; e in sede di denuncia ha fornito la descrizione dei propri aggressori, di cui uno di sua conoscenza e del quale è riuscito a fornire solo il nome.
Gli agenti, quindi, ritenendo che potesse trattarsi dello stesso autore della rapina perpetrata nel corso del pomeriggio hanno preso contatti con il bengalese, invitandolo a presentarsi in questura per sottoporlo a individuazione fotografica del possibile autore. Anche in questo caso il bengalese ha riconosciuto senza ombra di dubbio lo stesso cittadino tunisino.
Le ricerche del reo effettuate sul territorio hanno dato esito positivo e il tunisino è stato rintracciato in via Aretusa, nascosto tra le auto parcheggiate, nel tentativo di eludere il controllo alla vista delle Volanti, e accompagnato in questura.
Alla luce dei gravi indizi di reità a suo carico, dei numerosi precedenti specifici e del concreto pericolo di fuga – essendo un senza fissa dimora – il cittadino è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.
Della misura è stata data immediata comunicazione al Pm di turno che ha disposto di trasferirlo alla casa circondariale di Piazza Lanza, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Nei giorni successivi la misura è stata convalidata dal Gip che ha disposto di sottoporre il cittadino tunisino alla misura cautelare della custodia in carcere.
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