Carcere confermato al Riesame per la stragrande maggioranza degli indagati dell’operazione dei carabinieri di Randazzo nel catanese, “Terra Bruciata”: il giudice ha valutando l’attualità delle esigenze cautelari a loro carico, ha confermato la custodia in carcere per 16 persone, mentre per i restanti 5 ha disposto gli arresti domiciliari.
L’indagine che ha fotografato il periodo compreso tra il luglio 2018 e il gennaio 2021, ha consentito di monitorare le evoluzioni delle dinamiche associative del clan “Laudani”, anche noti come “mussi i ficurinia”, individuandone, allo stato degli atti, l’attuale “responsabile per l’area di Randazzo” in Salvatore ‘Turi’ Sangani, assieme ai due figli. La notizia della decisione del tribunale della Libertà arriva nel giorno del trentesimo anno del triplice omicidio di Antonio Spartà, 57 anni e i suoi due figli, Pietro Vincenzo di 26 e Salvatore di 19. Per quel delitto la Cassazione nel 2006 ha condannato all’ergastolo Oliviero Sangani.
La svolta nel delitto dei pastori Spartà che si erano ribellati al racket del pizzo imposto dalla cosca Sangani avvenne molti anni dopo: fu la sorella nonché figlia degli Spartà, Rita a denunciare durante una puntata del Maurizio Costanzo Show, era il 1997. Rita ricorda: “È rimasto sempre quel dolore che è cominciato quella maledetta sera, un dolore sempre presente. Sono rimaste la paura e la disperazione. Ma tante cose sono cambiate, la gente è migliorata nel mio paese, lo vedo negli occhi e nei sorrisi che mi rivolgono quando sono per strada. Trent’anni fa non era così, è cambiato il loro modo di guardarmi, di apprezzarmi e di stimarmi. E quando lo chiamo il “mio paese” non è per un senso di proprietà, ma di appartenenza. Gli inetti, la gentucola c’è sempre dappertutto, ma quella non voglio neanche combatterla. Quella gente che in tutti questi anni si è sempre chiesta, ma questa cosa vuole?”. Alla domande se mai dovesse concedere il perdono Rita è categorica: “Mai. Io non aspiro alla Santità. Io non voglio essere una santa. Loro non hanno bisogno del mio perdono perché sono privi di umanità, sono delle belve. Io non perdonerò mai. E se domani dovesse venire Dio e mi dicesse “Tu perdonali che io te li faccio incontrare”, io gli risponderei “Dio io ti ringrazio, ma dopo il calvario che mi hai fatto subire non li perdonerò mai. Prenditi la mia vita e fai tornare mio padre e mio fratello”.
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