StD, ovvero le iniziali di “Sub tutela Dei”: questa era la sigla, questo il motto con cui Rosario Livatino era solito chiudere le sue annotazioni in agenda, fino a quel 21 settembre del 1990 in cui sarebbe stato ucciso dalla mafia. ‘Sub tutela Dei. Per il giudice Livatino’ è il titolo del dramma lirico in un atto appositamente commissionato dal Teatro Massimo Bellini ed eseguito in prima mondiale assoluta, nel tempio catanese della musica, venerdì 9 maggio 2021 senza pubblico: lo stesso giorno in cui al mattino l’impavido magistrato veniva dichiarato beato nella cattedrale di Agrigento, la città nei pressi della quale fu raggiunto dai sicari. Il lavoro sarà ora eseguito per la prima volta in presenza di pubblico, sempre in forma oratoriale, nell’ambito della stagione concertistica del teatro Massimo Bellini, il 20 e 21 gennaio.
La musica porta la firma del rinomato e pluripremiato compositore etneo Matteo Musumeci, i testi quella di Vincenzo Vitale, al pari di Livatino giurista di formazione cattolica, oltre che raffinato letterato e profondo conoscitore del teatro musicale. Di rilievo il cast artistico che schiera nel ruolo del primo giudice il mezzosoprano Chiara Mogini e in quello del titolo il tenore Raffaele Abete, mentre come primo imputato agisce il baritono Vincenzo Taormina e come secondo imputato il soprano Francesca Dotto; voce recitante l’attore Gaetano Aronica. L’Orchestra del Teatro Massimo Bellini sarà diretta da Aldo Sisillo. Per il suo valore etico e civile, l’iniziativa vanta il patrocinio di Anm-Associazione nazionale magistrati e Ugci- Unione Giuristi Cattolici Italiani. L’emozione personale del ricordo è ancora viva in Daniela Lo Cascio, commissario straordinario dell’ente: “Da ragazza, pur immersa nella bellezza della mia Palermo – dice – ho subito i traumi per i tragici attentati ai magistrati. Furono estati oscurate dal sangue, tanto che anni dopo mi sarei identificata nella ricostruzione straniata del film di Pif. Ma l’ora più straziante fu l’omicidio di Rosario Livatino, fu il pianto collettivo per un trentenne virtuoso e mite, per la sua vita spezzata senza rimorso. Eppure la protezione divina che Rosario invocava sopra di sé, quel porsi “Sub tutela Dei”, si è tradotto in attuazione della parola evangelica. È lo stesso Gesù ad ammonirci che il chicco di grano per dare frutto deve morire. E ci rassicura che chi perderà la propria vita per seguirlo, la conserverà in eterno. Al “giudice “ragazzino” non è stato dato di invecchiare, ma il suo insegnamento è imperituro e il suo spirito è già tra i beati, una verità che l’opera in prima mondiale prodotta dal Teatro Bellini contribuirà a divulgare tra le genti“. Sull’arte come veicolo di valori si sofferma il sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano: “Se di norma e per norma – sottolinea – è la legalità che tutela l’arte, con Sub tutela Dei; per il giudice Livatino la prospettiva si ribalta: è l’arte che s’inchina al diritto, è la tradizione del melodramma che lo esalta, è la musica ad alzare un peana al rispetto della legge che l’uomo di legge antepose al sacrificio di sé. Una lezione, anzi una via maestra, quella da lui tracciata. Il “giudice ragazzino” ci proteggerà dalle ingiustizie. Ad una partitura senza dissonanze somiglia la sua vita perfetta e pia, semplice e al tempo stesso sublime, come la melodia infinita di Bellini. Il Teatro, il nostro, ha voluto tributare un omaggio al martirio di un Eletto, nella consapevolezza che la bellezza dell’arte è la più vicina alla santità dello spirito”.
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