In tendenza

Disordini all’Istituto penale per i minorenni di Acireale, Algozzino: “In molti rifiutano i programmi di reinserimento”

Il segretario ha sempre sottolineato la necessità di creare istituti ad hoc per i ristretti affetti da specifici disturbi legati alla sfera psichiatrica, che necessitano di particolari interventi trattamentali

“Da tempo, la Uil pubblica amministrazione Polizia penitenziaria denuncia l’inadeguatezza delle misure di gestione dei detenuti minori nelle carceri italiane, con particolare attenzione rivolta ai ristretti affetti da disagi psichiatrici”: lo afferma il segretario nazionale Armando Algozzino che interviene in merito ai gravi disordini verificatisi all’Istituto penale per i minorenni di Acireale, in provincia di Catania.

“Le strutture che ospitano minori sono divenute vere e proprie bombe a orologeria pronte a esplodere – afferma l’esponente sindacale – e ogni giorno le cronache di tutta Italia consegnano bollettini di guerra: aggressioni, atti di vandalismo, incendi, comportamenti violenti nei confronti della Polizia penitenziaria e tra gli stessi carcerati sono la testimonianza di un sistema ormai imploso che richiede interventi drastici e urgenti, oltre che un immediato cambio di passo in termini di metodologia di gestione dei detenuti minori”.

Nello specifico, sulla grave situazione in atto nella struttura di Acireale, il segretario era intervenuto nel marzo scorso attraverso un comunicato stampa, denunciando le continue risse e la condizione dell’Istituto, ridotto al rango di “polveriera”.

Una situazione, secondo Armando Algozzino, legata alla scarsa lungimiranza del dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità che non avrebbe adottato provvedimenti efficaci, a partire dall’allontanamento dei ristretti più pericolosi.

“Anche se – precisa – uno dei due detenuti stranieri protagonisti delle vicende verificatesi ad Acireale non è certamente nuovo a simili episodi ed è già stato allontanato più volte dai luoghi in cui è stato ristretto: in tutti, ha creato forti disagi”.

“Esistono detenuti – puntualizza ancora Armando Algozzino – che rifiutano i trattamenti per loro predisposti in termini di recupero sociale”.

Il segretario ha sempre sottolineato la necessità di creare istituti ad hoc per i ristretti affetti da specifici disturbi legati alla sfera psichiatrica, che necessitano di particolari interventi trattamentali.

“Ancora una volta, e duole farlo presente – aggiunge – il peggio è stato evitato grazie all’accortezza del personale della Polizia Penitenziaria, ma appare chiaro che neppure l’elevata professionalità, il costante impegno e la dedizione continua sono sufficienti a garantire la sicurezza”.

I disordini nel carcere minorile di Acireale si sono verificati venerdì scorso, a mezzanotte circa.

Due detenuti con presunte problematiche mentali hanno appiccato un incendio in cella e il fuoco in pochi minuti ha invaso la sezione detentiva.

Gli agenti hanno provveduto a scongiurare la tragedia ma cinque di loro sono stati trasportati in ospedale a causa delle intossicazioni.

“Non possiamo più consentire che si assista impassibili – conclude – ai salti mortali che la Polizia Penitenziaria compie per fronteggiare imprevisti e situazioni al limite dell’assurdo, anche a causa dei molteplici posti di servizio affidati alle singole unità: una situazione che diventa ancora più critica a causa dei detenuti affetti da gravi forme di infermità psichica, che necessiterebbero di una gestione differente da parte dell’Amministrazione Penitenziaria e del Sistema Sanitario Nazionale, dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni