La Procura della Repubblica, nell’ambito delle indagini a carico di un 38enne catanese, già noto alle forze dell’ordine, indagato per violenza sessuale continuata e aggravata e maltrattamenti in famiglia, ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Catania, un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, eseguita dai Carabinieri della stazione di Catania Piazza Dante.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, corroborate da una complessa attività investigativa, seppur in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno consentito di far emergere un contesto familiare contraddistinto da anni di maltrattamenti e violenze, anche di natura sessuale, ai danni della compagna e della figlia minore di 14anni, vittima, quest’ultima, di pratiche erotiche, fortunatamente non complete. Nello specifico, dalle indagini è emerso come il 38enne avesse abusato della moglie sin dall’inizio della loro relazione di convivenza, nel 2004, e che da circa un anno, le sue attenzioni si fossero indirizzate verso la figlia consanguinea, minorenne.
L’accertamento dei fatti è partito da alcune dichiarazioni confidate dalla ragazzina: “Professoressa mio padre fa come il fidanzato” avrebbe detto all’insegnante, che ha avvertito i carabinieri. Questi ultimi, anche grazie ad attività tecniche, sono quindi riusciti ad acclarare lo stato di timore e di perenne ansia creato dal 38enne, dedito ad assumere alcol e droga, nei confronti dei propri congiunti, attraverso lo strumento delle percosse e delle intimidazioni, rese più temibili dalla minaccia dell’uso di coltelli.
Gli accertamenti dei Carabinieri sono stati, inoltre, fondamentali per dimostrare ulteriormente la freddezza e la mancanza di qualsivoglia inibizione da parte del genitore carnefice, che aveva sempre contrastato i tentativi delle vittime di far emergere con i familiari quanto di torbido stesse accadendo. Invece di desistere o di comprendere la gravità dei propri gesti, l’uomo aveva fatto credere ai parenti che le confessioni della figlia e della convivente, fossero semplicemente il frutto della loro immaginazione e talvolta addirittura di un sogno.
Subito dopo la denuncia, la madre e tutti i 4 figli minorenni sono stati immediatamente collocati in una casa protetta, al fine di interrompere le violenze, da dove hanno continuato a mantenere uno stretto contatto con i Carabinieri, fornendo loro dettagli preziosi ai fini della ricostruzione dell’intero impianto accusatorio. Per il 38enne, si sono invece aperte le porte del carcere di Catania Piazza Lanza.
Il legale dell’uomo, Francesco Marchese, dice: “il mio assistito si dichiara del tutto innocente. L’unica cosa che posso dire è che, leggendo l’ordinanza di custodia cautelare, ho colto numerose contraddizioni nei racconti delle persone offese. In questi casi il silenzio è d’obbligo per un difensore perché ci sono persone offese e un uomo è in carcere. Posso solo dire che il procedimento è appena iniziato. Ogni commento sarebbe inutile non conoscendo interamente le carte processuali, a parte l’ordinanza”.
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