Una raffica di patteggiamenti per il fallimento della Dacca di Acireale, l’azienda che in passato produceva stoviglie monouso in plastica, è stata avanzata al gup Marina Rizza dalla maggior parte degli indagati nell’inchiesta per bancarotta fraudolenta.
Nello specifico le condanne sono state concordate tra i legali, gli avvovati Enzo Mellia, Walter Rapisarda e Mario Pavone e la procura, il sostituto procuratore Fabio Regolo che ha dato parere favorevole: sarà un altro gup, Simona Ragazzi a decidere nel corso dell’udienza fissata per il 12 dicembre prossimo.
Dei dieci imputati solo Rosario Siscaro ha deciso per il rito ordinario. Degli altri alcuni amministratori della Dacca monouso spa e della Dacca srl hanno concordato una condanne a due anni e sei mesi, qualcuno anche inferiori. Pene inferiori ai due anni per i membri del collegio dei sindaci. Nella ricostruzione accusatoria gli imputati avrebbero distratto (o comunque dissipato) attivi dalla Dacca monouso spa (fallita) a favore della Dacca srl”, per un importo di 12,8 milioni di euro, una parte come “anticipi finanziari” del contratto di affitto del ramo d’azienda e altri senza alcun fondamento contrattuale”.
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