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Catania, spari contro un’abitazione di Librino: arrestato un uomo. Aveva in casa una mitragliatrice

Le attività investigative sono state corroborate dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia

Nella giornata del 22 luglio scorso, su richiesta della Procura distrettuale di Catania, è stata data esecuzione, nei confronti di Davide Agatino Scuderi (classe 1974), alla misura della custodia cautelare in carcere  emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale il 21 luglio 2022, in quanto ritenuto responsabile, allo stato degli atti e in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, dei reati di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di una pistola mitragliatrice skorpion, nonché di avere, al fine di incutere timore e di attentare alla pubblica sicurezza, esploso colpi di arma da fuoco, con l’aggravante di agevolare il clan dei “Cursoti Milanesi”.

Il provvedimento restrittivo costituisce il compendio di indagini scaturite a seguito di attività info-investigativa su un’avvenuta esplosione di colpi di arma da fuoco nella notte tra il 17 e il 18 giugno 2020, all’indirizzo di un’abitazione a “Librino”. Il sopralluogo, effettuato nell’immediatezza, ha consentito di constatare la presenza di molteplici fori sui vetri della veranda e della porta finestra dell’immobile, nonché di 14 bossoli sul ciglio della strada antistante l’edificio, mentre analoghi segni dei colpi esplosi sono stati rinvenuti all’interno dell’abitazione, sulle pareti della cucina e della camera da letto. Le successive attività sono state corroborate dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, rese in occasione del duplice omicidio di Vincenzo Scalia (classe 1991) e Luciano D’Alessandro (classe 1972), avvenuto a Catania, in viale Grimaldi, l’8 agosto 2020, nell’ambito delle quali i collaboratori di giustizia hanno ammesso il loro coinvolgimento nei fatti concernenti l’esplosione di colpi di arma da fuoco, includendo nella commissione del reato anche Davide Agatino Scuderi, e attestando che l’esplosione dei colpi di arma da fuoco era la reazione sproporzionata di inusitata virulenza rispetto a un futile litigio dovuto all’accensione di un incendio da parte opera della vittima.


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