Riceviamo e pubblichiamo una nota di Simona Suriano, deputato nazionale ManifestA e Nicola Candido, segretario regionale Rifondazione Comunista Sicilia che esprimono solidarietà al movimento di lotta degli operatori amministrativi assunti con contratti di collaborazione per l’emergenza Covid 19 per il trattamento ricevuto dal Governo che non include il personale amministrativo e tecnico tra le figure del comparto della sanità che saranno stabilizzate.
“Un trattamento ingiusto e ingiustificato che discrimina dei lavoratori che, al pari di quelli della sanità, sono stati in prima linea durante l’emergenza Covid permettendo di mandare avanti i complessi sistemi di monitoraggio dei casi, prima, e di somministrazione dei vaccini, dopo, durante l’intero periodo della pandemia. I nodi vengono al pettine, gli interventi legislativi sulla questione (legge Madia) mostrano i limiti di una concezione che, nei fatti, é segnata dalla logica che distingue tra attività prevalenti (strettamente sanitarie) e i servizi correlati considerati secondari e non essenziali. Non si spiega altrimenti la palese differenziazione e discriminazione che vede il personale sanitario assunto per l’emergenza sanitaria come indispensabile ed il resto, a parità di posizione e procedura giuridica di assunzione, escluso perché non funzionale.
È l’enorme problema che accomuna da 30 anni i circa 5.000 lavoratori dei servizi sanitari esternalizzati, i lavoratori degli appalti della Sanità pubblica inquadrati come operai addetti alle pulizie ( con Contratto di lavoro Multiservizi) mentre sono di fatto Operatori socio sanitari: il motivo é lo stesso, si ritengono fuori dalle attività “core business” mentre sono le figure di assistenza sanitaria, di ausiliarato che supportano le principali attività mediche e sanitarie di assistenza dei pazienti dentro i reparti delle Asp e delle Aziende Ospedaliere. Rifondazione Comunista Sicilia e ManifestA ritengono che vadano prorogati subito i contratti in essere per gli amministrativi, che rischiano il posto di lavoro, e avviato, contemporaneamente, un percorso di internalizzazione e di stabilizzazione del personale che nei fatti rientra in modo stabile nella dotazione organica delle strutture sanitarie pubbliche: se il lavoro è pubblico il rapporto di lavoro deve essere pubblico per tutte e tutti.
Chiederemo, pertanto, ai Ministri della Sanità e del Lavoro di intervenire quanto prima sulla vicenda per sanare un vulnus inaccettabile che creerebbe notevoli disagi per la gestione delle USCA, dei centri vaccinali e dei dipartimenti di prevenzione”.
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni