In tendenza

Operaio morto a Paternó. I sindacati: “ennesima vittima del sistema”

Saranno i magistrati ad appurare le reali dinamiche dell’incidente ma, almeno apparentemente, non sembra che ci siano le condizioni per parlare di un cantiere sicuro

“Oggi Angelo Aiosa, operaio edile di Paternó iscritto al nostro sindacato, ha perso la vita mentre lavorava in contrada Erbe Bianche”. La Cgil e la Fillea Cgil di Catania si stringono con dolore ai familiari del sessantunenne precipitato  da un solaio, e piangono l’ennesima  vittima di un sistema che non è in grado di assicurare controlli di alcun genere sui cantieri.

Saranno i magistrati ad appurare le reali dinamiche dell’incidente ma, almeno apparentemente, non sembra che ci siano le condizioni per parlare di un cantiere sicuro.

Continueremo a contare i morti sino a quando la sicurezza nei cantieri grandi come in quelli piccoli o domestici, non sarà garantita. La rabbia che accompagna il dolore delle perdite non ci abbandonerà – sottolineano il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, e il segretario della Fillea Cgil, Vincenzo Cubito – sino a quando le vittime non saranno ridotte finalmente a zero. In ogni occasione pubblica e privata, e da molti anni, la Cgil insiste nel ricordare che in provincia di Catania, il netto sottodimensionamento degli ispettori del Lavoro non permette all’ispettorato stesso di coprire il territorio. In via informale sappiamo che gli ispettori a Catania addetti al servizio sono solo in 8. A Catania, nel solo settore edile, sono attivi 2253 imprese e ben 10714 operai distribuiti nei 3772 cantieri. La crescita significativa di infortuni è in parte dovuta al netto aumento della produttività del settore edile, e nulla sappiamo degli incidenti che avvengono nei lavori in nero. Bisogna che le imprese e le stazioni appaltanti comprendano che la sicurezza non deve essere un costo ma un investimento”.

Siamo sgomenti avendo appreso la notizia dell’ennesima tragica morte bianca sul lavoro nella nostra area metropolitana. Ancora una volta un lavoratore tristemente protagonista di una carneficina che anche dalle nostre parti non accenna affatto ad arrestarsi. Confidando nell’operato delle forze dell’ordine intervenute a Paternò per far piena luce sul grave accadimento ed esprimendo ai familiari del lavoratore il più sentito cordoglio da parte della nostra organizzazione sindacale, non possiamo che rilanciare il nostro forte grido di allarme su un tema così delicato. Si deve lavorare per vivere e non vivere per lavorare, rischiando di poter diventare un caduto sull’altare del servizio! Se da una parte è vero che negli ultimi anni l’attenzione su un argomento come questo, a livello istituzionale e di opinione pubblica, è aumentata anche in relazione alle attività di prevenzione e sensibilizzazione attuate, dall’altra parte è anche un dato di fatto la carenza delle iniziative di controllo dovuta all’esiguità di personale preposto. Bisogna incrementare ogni sforzo su quella che per noi è un’emergenza impellente, accelerando particolarmente sull’immissione in ruolo di numerosi impiegati dei servizi ispettivi. Solo così, a nostro avviso, tante famiglie eviterebbero di piangere i loro cari usciti da casa per lavoro e mai più tornati vivi”. Lo dice il segretario territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni