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Microcriminalità a Catania, Licciardello: “Serve un piano di intervento e maggior controllo del territorio”

"Un piano di intervento da condurre in sinergia tra gli operatori del settore, coinvolgendo scuole, famiglie, operatori sociali, in simbiosi con un sistema di controllo capillare del territorio"

“L’antica locuzione latina ‘sine cura’ (senza preoccupazione), utilizzata nei tempi antichi per definire la sicurezza, sembra aver perso la preposizione ‘senza’ e sia rimasta solo la ‘preoccupazione’. I recenti episodi di cronaca registrati a Catania ne sono la prova tangibile”. Lo dichiara Salvo Licciardello, responsabile regionale alla Difesa e alla Sicurezza della DC Nuova.

“Giovani armati nei locali della movida catanese, gang da strada che terrorizzano i cittadini, autovetture smantellate in pieno giorno e gruppi di criminali che, con sfrontatezza ed arroganza, sfidano persino gli agenti della polizia locale impegnati nei servizi di controllo del territorio. Una situazione allarmante, data da una evidente recrudescenza incontrollata della microcriminalità, che – continua Licciardello – sembra non arrestarsi e che, tra l’altro, viene spesso replicata anche in altre città della nostra Regione”.

“Se da un lato è possibile cogliere un aspetto positivo, visto che l’aumento della delinquenza predatoria cittadina è indice di un indebolimento della grande criminalità organizzata, dall’altro è inevitabile che la percezione di (in)sicurezza abbia già raggiunto limiti intollerabili. Conseguenza diretta – continua Licciardello – è la prioritaria necessità di interventi efficaci ed immediati, finalizzati ad eliminare o quantomeno a limitare il ripetersi dei drammatici episodi avvenuti in città in questi ultimi mesi”.

“Appare inevitabile, quindi, che si costituisca, in tempi brevi, un tavolo tecnico istituzionale, diretto a pianificare ogni strategia idonea a contrastare la dilagante sottocultura dell’illegalità, al fine di riportare i livelli di sicurezza, reale e percepita, a parametri accettabili. Occorre, cioè, un concreto progetto di intervento sul territorio – prosegue -, basato su un’analisi seria e professionale dei fattori alla base della devianza criminale, al fine di approntare le più opportune soluzioni al fenomeno. È indubbio, nello specifico, che al pari di una genesi dei comportamenti devianti imputabili a una multifattorialità (carenza di istruzione, disagi familiari, degrado sociale ed ambientale), si rendano indispensabili interventi pluri-direzionali”.

“Un piano di intervento, quindi, da condurre in sinergia tra gli operatori del settore, coinvolgendo scuole, famiglie, operatori sociali, in simbiosi con un sistema di controllo capillare del territorio di tipo attivo (presidi e pronto intervento) e passivo (sistemi di video-sorveglianza integrati). La cabina di regia di coordinamento di questo complesso sistema di interazioni (che coinvolga anche gli enti di sicurezza sussidiaria e complementare operanti in città), non può non transitare da una realtà politica che infonda nel cittadino l’immagine di una amministrazione comunale solida, compatta ed efficiente; ma, verosimilmente, proprio su questo primo elemento cardine, in città-
conclude – c’è ancora parecchio da lavorare”.


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