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Pfizer Catania, c’è la firma sull’ipotesi di accordo tra le parti

I lavoratori dovranno esprimersi sull'accordo nel corso di un'assemblea fissata per giorno 28

C’è la firma sull’ipotesi di accordo tra le parti nella vertenza Pfizer, il colosso della farmaceutica che a Catania aveva annunciato l’esubero di 130 unità. Nel palazzo della Regione i sindacati, l’azienda e Confindustria, alla presenza della responsabile del centro per l’impiego Salvatrice Rizzo, è stato ratificato l’accordo sottoscritto meno di una settimana fa. I lavoratori dovranno esprimersi sull’accordo nel corso di un’assemblea fissata per giorno 28. Tra gli incentivi che la Pfizer ha offerto ai lavoratori vi sono le 48+9 mensilità per chiudere la vertenza estesa a tutti i lavoratori compresi coloro che possono esufrire del prepensionamento. I sindacati comunque insistono per conoscere il piano industriale del polo catanese di Pfizer per non trovarsi spiazzati tra due anni con i 140 lavoratori che l’azienda continuerà a pagare.

L’accordo su cui è stata trovata l’intesa, sottoscritto stamattina dinanzi alla responsabile (Salvatrice Rizzo) dell’ufficio dell’impiego, riguarda una riduzione dei livelli occupazionali attraverso un’importante incentivazione economica all’esodo volontario del personale prossimo alla pensione e di coloro che, anche se non immediatamente pensionabili, vogliono lasciare in anticipo il posto di lavoro: 48 mensilità più nove. A questi sono stati aggiunti anche i dipendenti assunti con contratto a tutele crescenti. Nel contempo già un gruppo di lavoratori ha deciso di accettare l’offerta di trasferimento nel sito di Ascoli Piceno, mentre qualcuno si è dimesso per andare a lavorare altrove. Fino al prossimo 30 novembre, dunque, si farà in modo di sfoltire e svecchiare l’organico per far quadrare i conti, lasciando in azienda i più giovani, con l’impegno da parte di Pfizer di assorbire eventuali esuberi rimanenti. In questi senso sindacati e azienda hanno già concordato un vertice a giugno per monitorare l’andamento di quanto stabilito con la firma del verbale odierno, dopo quattro giorni di riunioni a oltranza e due mesi di trattative. L’accordo sindacale adesso dovrà superare l’assemblea dei lavoratori.

L’accordo raggiunto e siglato nella vertenza sui 130 esuberi alla Pfizer di Catania salva soprattutto i giovani dipendenti. Lo ammettono i sindacati, sottolineando che “non è uno dei migliori accordi di sempre” e che si è riusciti a “salvare il salvabile”.

Nel contempo i sindacalisti proveranno a disputare, in un campo diverso, un’altra partita che riguarda il futuro dell’intero stabilimento di Catania. Il risultato, spiegano i sindacati, “quantomeno consente di non perdere risorse giovani”. “C’è ben poco da festeggiare quando, comunque, il calo dei livelli occupazionali per il sito della nostra città è evidente”, dicono i segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, insieme alle Rsu. “Saremo vigili ed estremamente attenti sull’attuazione di quanto concordato – affermano – per far si che nessun lavoratore resti deluso. Aldilà di come è andata continua a sentirsi forte la latitanza delle istituzioni nazionali. A Catania, infatti, c’è un grande problema di prospettiva, ovvero sulle sorti future del sito controllato dalla Pfizer e degli oltre 500 dipendenti ancora in servizio. È inconcepibile, per questo, il fatto che il Ministero dello sviluppo economico continui a voltare le spalle a questi lavoratori non chiedendo conto all’azienda (una tra le più ricche del mondo) rispetto al piano industriale che intende adottare, soprattutto dopo il rocambolesco procedimento appena concluso. Siamo sempre pronti a battagliare in ogni sede per difendere il diritto al lavoro nel nostro territorio”.


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