Ancora una fumata nera tra le parti dopo il secondo appuntamento della procedura di licenziamento per 130 lavoratori avviata da Pfizer per quanto riguarda lo stabilimento di Catania. A renderlo nodo, a conclusione della riunione che si è tenuta ieri pomeriggio nei locali di Confindustria, sono le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, esprimendo profonda rabbia e delusione per l’atteggiamento ancora una volta tenuto dalla multinazionale del farmaco.
Non ci sarà, dunque, alcun “congelamento” della trattativa come paventato dalla stessa azienda anche all’assessore regionale del Lavoro Antonio Scavone che proprio per questo motivo aveva rinviato a data da destinarsi il tavolo di crisi regionale. Per i sindacati hanno preso parte alla riunione i segretari territoriali Carmelo De Caudo (Cgil), Maurizio Attanasio (Cisl), Enza Meli (Uil) e Giovanni Musumeci (Ugl), Giacomo Rota e Peppe Di Natale, segretari regionali di Filctem Cgil e Uiltec Uil, Giuseppe D’Aquila (segretario confederale Cgil Catania), i segretari provinciali Jerry Magno (Filctem Cgil), Giuseppe Coco (Femca Cisl), Alfio Avellino (Uiltec Uil), Carmelo Giuffrida (Ugl Chimici) e le R. S. U. di categoria Graziella Faranna (Cgil), Alessandro Bucolo (Cisl), Mimmo D’Antone (Uil), Anna Greco, Angelo Mirabella e Francesco Cassone (Ugl).
“Ancora una volta Pfizer, con i vertici dell’ufficio risorse umane Carmelo Fornito e Giuseppe Cassarà, si è presentata al tavolo di confronto senza una proposta concreta, ribadendo l’insufficienza degli investimenti, ma soprattutto senza quel piano industriale che avevamo richiesto sia nel corso primo incontro che anche in presenza dell’assessore Scavone e del prefetto Maria Carmela Librizzi, chiedendo il ritiro del procedimento di licenziamento collettivo attivato – dichiarano gli esponenti sindacali – L’intento di Pfizer, di far credere in una possibilità di voler condurre la problematica verso un terreno più ragionevole da parte nostra non ha trovato mai condivisione. Ci spiace soltanto che questo atteggiamento, che ovviamente condanniamo, ancora una volta è stato irrispettoso nei confronti delle istituzioni di Governo e della Regione Siciliana. A questo punto ci appelliamo alle istituzioni stesse perché non facciano più sconti nei confronti dell’azienda e del suo management, convocando immediatamente il tavolo di crisi regionale e invocando anche l’intervento tempestivo del Ministero dello Sviluppo economico. È chiaro che, davanti ad un simile scenario lo sciopero del 4 marzo diventa sempre più importante, perché insieme alle altre convocazioni che nel contempo interverranno ci consentiranno di rivendicare la necessità di tutela per i 130 dipendenti e l’impellenza di conoscere quali sono le reali intenzioni di Pfizer per il futuro dello stabilimento di Catania”.
La deputata del gruppo ManifestA Simona Suriano commenta gli ultimi sviluppi della vertenza Pfizer che vede lo spettro di 210 licenziamenti nello stabilimento di Catania. “L’azienda continua a fare spallucce e rinvia i suoi intendimenti di 15 giorni senza presentare proposte alternative ai licenziamenti, senza presentare un piano industriale, senza prospettare soluzioni a breve e ampio raggio – dice Suriano -. Si tratta di un semplice rinvio che getta ancora più nello sconforto i lavoratori che avevano chiesto risposte e che invece vedono soltanto un’agonia prolungata. Ho già chiesto di portare la vicenda nel tavolo ministeriale del Mise ma, come Ponzio Pilato, Roma se n’è lavata le mani in quanto ha considerato – per i numeri – la vertenza di portata regionale. Il futuro di più di ben famiglie è un fatto di portata nazionale. Questa è l’ennesima crisi industriale del nostro Paese che vede il dominio del capitalismo arraffone sulla politica e sulla società. La Pfizer ha ricevuto dallo Stato italiano milioni di euro negli ultimi 2 anni di pandemia: possibile che non vi siano spazi di manovra e dialogo? Tutto ciò è irricevibile! Chiederò pubblicamente in aula al Ministro di rispondere su tutto questo”.
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