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Lo spazio di un mattino, o del diritto di essere bambini: il nuovo libro dell’antropologo Dario Piombino-Mascali mercoledì all’Archeoclub di Catania

Un viaggio appassionante, che porta il lettore alla scoperta delle piccole mummie di cui è disseminata l’Europa, ognuna con una storia che è un racconto a sé, fino agli angelitos sudamericani, amatissimo tramite tra il cielo e la terra per gli adulti

Da un luogo dell’anima ad altrettanti anfratti sparsi per il mondo e intrisi di storie, vite, racconti, custoditi in chi decide finalmente di condividerli, narrandoli. Da un caso particolare alla condizione dell’infanzia tutta attraverso i secoli, i Paesi, le testimonianze, gli studi scientifici.

È un viaggio profondo e struggente, che non conosce confini, l’ultimo lavoro dell’antropologo Dario Piombino-Mascali, Lo spazio di un mattino (Dario Flaccovio Editore, prefazione di Salvatore Ferlita), che verrà presentato il 26 gennaio a Catania all’Auditorium Pizzigoni – Carducci (Via Siena, 5) alle 17 attraverso una conferenza dal titolo “Bioarcheologia dell’infanzia”.

Dopo i saluti istituzionali da parte della professoressa Giusi Liuzzo, presidente di Archeoclub Catania, e un intervento dell’archeologa Ana Ghiselda Pennisi, dialogherà con l’autore il professor Cristoforo Pomara, ordinario di medicina legale dell’Università di Catania e tra le voci più autorevoli nello studio scientifico di resti umani in ambito forense.

Cosa significa essere bambini, attraverso i tempi e i luoghi della Terra? Una domanda difficilissima ma necessaria a cui rispondere, una sfida nell’affrontare tutti gli interrogativi che, a loro volta, ne scaturiscono.
Dario Piombino-Mascali lo fa da uomo di scienza, certo, ma senza mai trascurare i risvolti sociali, quelli legati alla narrazione popolare, le testimonianze raccolte nella sua Sicilia e in giro per il mondo.

Un viaggio appassionante, che porta il lettore alla scoperta delle piccole mummie di cui è disseminata l’Europa, ognuna con una storia che è un racconto a sé, fino agli angelitos sudamericani, amatissimo tramite tra il cielo e la terra per gli adulti.

“Lo spazio di un mattino è dunque un lavoro in cui – lo sottolinea Salvatore Ferlita nella sua prefazione – non esiste contrapposizione tra scienza e narrazione. Le due sfere si completano felicemente, come dimostrano i richiami alla letteratura e al mondo della fiaba (in particolare, ma non solo, quella della Bella Addormentata, nelle sue innumerevoli declinazioni), ma anche l’attento studio degli scritti di Giuseppe Pitrè sulla medicina popolare e sugli espedienti per garantire al bambino di restare in vita in un periodo, come quello in cui lo studioso visse e operò, in cui la mortalità era altissima”.

Percorsi che si intrecciano nel libro di Piombino-Mascali e che non restano ancorati soltanto al passato: perché è proprio dai secoli precedenti che bisogna prendere lo slancio perché essere bambini sia un diritto garantito a tutte le latitudini. Anche nei luoghi, sottolinea l’autore, in cui oggi ai più piccoli è negato il diritto all’infanzia; quasi abitassero in un mondo altro, meno importante, rispetto a quello che siamo abituati a percepire.
Una riflessione necessaria su questi temi, Lo spazio di un mattino, e sulla responsabilità di ogni adulto verso ogni bambino.


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