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Unict partner di Life Seedforce: un progetto internazionale per tutelare la biodiversità italiana grazie alle banche dei semi

In Sicilia, grazie alla Banca del Germoplasma, interventi a Vendicari, Grotta Palombara, Penisola della Maddalena, Penisola Magnisi, nelle Eolie e nelle Pelagie

L’Università di Catania è partner del nuovo progetto internazionale Life Seedforce, un’iniziativa comunitaria in difesa della biodiversità, una vera e propria ‘rescue operation’ finalizzata a salvare dall’estinzione le piante autoctone italiane grazie alle banche dei semi.

Il nutrito partenariato, guidato dal Muse, Museo delle Scienze di Trento (capofila), coinvolge – oltre al dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Ateneo catanese – il Conservatoire botanique national méditerranéen de Porquerolles, il Parco del Monte Barro, Legambiente ONLUS, l’Ente Parco Nazionale della Maiella, l’Università di Ljubljana, Biotechnicalfaculty- Botanic garden, le Università di Malta, Cagliari, Genova, Palermo, della Tuscia, Udine, la Sapienza di Roma e il Centro di Ateneo Orto Botanico dell’Università di Padova. Il progetto è inoltre cofinanziato dal Ministry for the Environment, Climate Change and Planning di Malta (MECP) e dalla Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione ex situ della flora spontanea italiana (Ribes).

L’Italia ospita un numero elevato di specie vegetali di interesse comunitario, molte delle quali esclusive delle nostre regioni: sono infatti 104 quelle incluse nella Direttiva “Habitat” (n. 92/43/CEE), emanata dalla Commissione europea per promuovere il mantenimento della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali nel territorio europeo.

Secondo l’ultimo report sullo stato di attuazione della Direttiva, 58 di queste specie sono in cattivo stato di conservazione; ad esempio, nell’Arco Alpino la testa di drago (Dracocephalumaustriacum), la genziana ligure (Gentiana ligustica) e la sassifraga del monte Tombea(Saxifraga tombeanensis) e nel Mediterraneo la primula di capo Palinuro (Primula palinuri), la bocca di leone di Linosa (Linaria pseudolaxiflora), il ginestrone delle Isole Eolie (Cytisusaeolicus), la felce gigante della Sicilia (Woodwardia radicans) e il ribes della Sardegna (Ribes sardoum) si trovano in condizioni sfavorevoli e il trend in atto indica un chiaro peggioramento della situazione per il futuro.

Per rispondere a questa emergenza è nato Life Seedforce – Using SEED banks to restoreand reinFORCE the endangered native plants of Italy (LIFE20 NAT/IT/001468), un progetto finanziato dalla Commissione europea attraverso il programma Life Seedforce, con un budget totale di circa 7,8 milioni di euro, che mira a recuperare e rafforzare le popolazioni di piante autoctone in via d’estinzione grazie all’attività delle banche dei semi.

Il progetto, formalmente iniziato il primo ottobre scorso, si concluderà alla fine del 2026 e sarà attuato in 10 regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Veneto), in Francia (Provence-Alpes-Côte d’ Azur), Malta e Slovenia.

Nello specifico, le azioni previste da Life Seedforce miglioreranno significativamente lo stato di conservazione di 29 specie di interesse comunitario con stato di conservazione sfavorevole (di cui 10 prioritarie per l’Unione Europea), intervenendo concretamente in 76 areeZSC/SIC ricadenti in 3 regioni biogeografiche (alpina, mediterranea e continentale) di Italia, Francia, Slovenia e Malta.

“Per la prima volta un progetto Life che fa sistema a livello nazionale e internazionale interviene per salvare le piante a maggior rischio di estinzione – spiega Costantino Bonomi, Conservatore di Botanica del MUSE. Grazie a un approccio integrato, il progetto ci consentirà di rimuovere o mitigare le minacce che gravano su 139 popolazioni delle specie target di progetto attraverso la traslocazione di oltre 25 mila nuovi individui, propagati in vivaio e in laboratorio, che favoriranno il rafforzamento delle popolazioni, allontanando le specie dall’isolamento che oggi le minaccia di estinzione”.

In questo contesto, il dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’ateneo catanese si occuperà degli interventi in Sicilia e isole circumsiciliane tramite le strutture della Banca del Germoplasma dell’Università di Catania (BGS-CT).

Più precisamente le azioni della BGS-CT si concentreranno su 5 specie: Bassia saxicola, Cytisusaeolicus, Silene hicesiae, Elatine gussonei, Linaria pseudolaxiflora. I siti di intervento siciliani spaziano da Vendicari a Grotta Palombara, dalla Penisola della Maddalena alla Penisola Magnisi e fino all’arcipelago delle Eolie e delle Pelagie.

Le attività saranno realizzate dalla BGS-CT in stretta collaborazione con gli enti gestori dei siti di intervento (Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale – Regione Siciliana, Università di Catania, EniMed SpA, Parco Archeologico di Siracusa, Comune di Siracusa e Area 2 Demanio Marittimo – Dipartimento Ambiente – Regione Siciliana, Comune di Lampedusa e Linosa) e includeranno la raccolta dei semi, la propagazione e coltivazione delle specie target, la preparazione e gestione dei siti d’intervento, la messa a dimora delle piante e il monitoraggio.

Il progetto Seedforce si interfaccerà con gli stakeholder e gli addetti ai lavori e realizzerà campagne di informazione e sensibilizzazione che coinvolgeranno un pubblico quanto più ampio e diversificato possibile.

Attraverso mostre itineranti e materiali realizzati ad hoc saranno valorizzati i temi della conservazione delle piante e della biodiversità, mettendo in evidenza il valore di quel patrimonio unico costituito dalle specie endemiche e rare, mediante l’uso di strumenti digitali come siti web e social media e attività di ufficio stampa. Altre importanti iniziative coinvolgeranno le scuole.


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