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Il Covid e le incognite della scuola a Catania. Per la Cgil è urgente un incontro con Comune e Città metropolitana

Individuata la scarsa possibilità di poter effettuare tamponi nell’ambito scolastico, mancanza di presìdi sanitari all’interno degli istituti, e il mancato “sdoppiamento delle classi” che potrebbe rappresentare un’importante valvola di sicurezza per prevenire i contagi da covid

Le incognite della scuola catanese alla vigilia della riapertura delle lezioni, sono ancora troppe come nel resto d’Italia. Ma con specificità locali: la scarsa possibilità di poter effettuare tamponi nell’ambito scolastico, mancanza di presìdi sanitari all’interno degli istituti, e il mancato “sdoppiamento delle classi” che potrebbe rappresentare un’importante valvola di sicurezza per prevenire i contagi da covid. E naturalmente la grande incognita delle famiglie etnee non ancora in condizioni di connettersi in Rete nel caso che si ritorni in dad.

Alle scuole elementari, con un solo contagio, la classe resta in presenza con testing di verifica, ma con due va tutta in Dad. Alle scuole superiori e alle medie la Dad scatterebbe solo al quarto caso in classe, mentre con tre casi solo i vaccinati resterebbero in presenza e comunque monitorati (Dad per i non vaccinati). Anche alle superiori, con fino a due casi è prevista autosorveglianza per tutti e utilizzo Ffp2. Questa la proposta del Governo sulle misure per le quarantene, in vista del ritorno in classe a gennaio: è quanto prevede la bozza del decreto sulle nuove misure anti-Covid.

Per questo Cgil e Flc Cgil di Catania ritornano sui problemi più urgenti, in relazione alla Pandemia, che riguardano il mondo dell’istruzione. Per la segretaria confederale della Camera del lavoro, Rosaria Leonardi, e per la segretaria generale del sindacato della scuola, Cettina Brunetto, “è necessario un incontro in tempi brevissimi sia con l’assessore comunale all’Istruzione che con la Città metropolitana, affinché si chiariscano adesso le incognite che pesano come macigni in questa nuova fase di contagi e di gestione dell’anno scolastico in corso”.

Per Cgil e Flc Cgil, se dad deve essere “allora che sia breve”, e soprattutto, “diritto alla salute e diritto all’istruzione devono poter convivere. Questo può essere possibile anche aumentando le assunzioni non solo per gli insegnanti ma anche per il personale Ata”.

Permangono poi tutti quei problemi che si manifestano su tutto il territorio nazionale, Sicilia compresa. “La Cgil ha ben espresso il suo punto di vista in un documento già reso pubblico – proseguono Leonardi e Brunetto- Il Governo centrale e il Ministero, non hanno studiato né tantomeno messo in pratica alcuna strategia per contrastare l’espandersi del contagio. Al contrario, è stato eliminato l’obbligo del distanziamento di almeno un metro ma soprattutto non sono state messe a disposizione le risorse per lo sdoppiamento delle classi. La scuola non risulta affatto al centro delle preoccupazioni delle nostre istituzioni come ci è stato fatto credere. Occorre prorogare i contratti di supplenza Covid, superando l’assurdo termine del 31 marzo e portandolo al 30 giugno, e intervenire sull’annosa questione del precariato. Servono misure da adottare per fronteggiare la variante Omicron, l’ingiunzione a vaccinarsi deve riguardare il personale che presta servizio effettivo, escludendo chi non è tenuto alla presenza a scuola a qualsiasi titolo, serve utilizzare personale esentato dall’obbligo vaccinale e serve tanto altro. Ma vogliamo agire anche territorialmente cercando di capire cosa si possa fare, subito, per riportare sicurezza e serenità nelle aule, per chi vi lavora e per i nostri studenti”.

Anche a fronte dell’assenza di dati reali sul contagio nelle scuole e a fronte della evidente disattenzione dei principi che hanno ispirato il “Patto sulla scuola”, Cgil e FLC Cgil insistono sulla necessità di un confronto immediato con il Comune di Catania e l’ex Provincia.


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