120 milioni di euro di budget da impiegare in tre anni, uno dei maggiori investimenti singoli in Sicilia nella «Missione 4 – Istruzione e ricerca» del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finanziata dall’Unione europea – NextGenerationEU.
17 membri fondatori e 28 partner complessivi tra cui 4 università, 5 istituti di ricerca, 4 grandi aziende di livello internazionale e 10 piccole e medie imprese. 9 progetti ‘raggio’ – caratterizzati ciascuno da azioni e obiettivi specifici – collegati con il progetto principale proposto e coordinato dall’Università di Catania, in sei aree di applicazione: Energia, Ambiente, Smart Mobility, Sistemi intelligenti per l’agricoltura di precisione, Salute, Beni culturali. Assunzioni previste per 115 ricercatori, 69 borse di dottorato di ricerca, 8 milioni di euro per “bandi a cascata” destinati a ulteriori realtà industriali da coinvolgere.
Sono alcuni dei numeri dell’Ecosistema dell’innovazione Samothrace, un acronimo che sta per SiciliAn Micro and NanO TecHnology Research and InnovAtion Center, che ha appena superato la seconda fase di selezione da parte del ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del quadro di attuazione del Pnrr, presentato questa mattina nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università, a margine della costituzione della Fondazione Samothrace che gestirà tutte le attività del programma. Il nome dell’ecosistema – che si propone come ‘catalizzatore per l’innovazione’ – si richiama anche al mito greco della «Nike», la celeberrima statua dell’isola di Samotracia, oggi conservata al Louvre, che rappresenta la vittoria alata: l’ambizione è quella di utilizzare le ali della microelettronica e delle microtecnologie per portare la Sicilia a realizzazioni di successo che avranno un impatto tangibile sullo sviluppo del tessuto sociale e del tessuto industriale nel loro insieme.
“Il progetto Samothrace è una delle undici proposte approvate in tutta Italia, solamente quattro nel meridione – ha ricordato il rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo -, ed è nato da una forte sinergia tra le università e gli enti di ricerca regionali con l’endorsement della Regione siciliana. Grazie a questa collaborazione, siamo riusciti a vincere la forte competizione che c’era a livello nazionale, ottenendo il finanziamento, e saremo in grado di essere operativi già dal prossimo mese di luglio, con i tempi rapidi che ci richiede l’attuazione del Pnrr. Abbiamo dimostrato che il nostro sistema universitario funziona e non ha niente da invidiare a nessuno”.
“Il patto fra atenei e la Regione, che la considera azione strategica per la Sicilia nell’ambito del piano 2021-27, è certamente uno dei punti di forza di questa iniziativa – ha aggiunto il rettore dell’Università Kore di Enna Gianni Puglisi, presidente del Coordinamento delle università siciliane -, l’altro è aver scelto la fondazione come strumento attuativo del programma: in tal modo saremo in grado di agire in maniera più rapida ed efficace, di avere pari dignità fra tutti i partner e di utilizzare tempestivamente le risorse, così come ci è richiesto”.
“Dobbiamo avere la consapevolezza che, con questo strumento, possiamo dare un futuro a tanti giovani – ha sottolineato il rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea –; continuando a ‘fare squadra’ possiamo realizzare una struttura che sia in grado di sostenersi e produrre benessere attraverso la ricerca e l’innovazione anche dopo la scadenza dei fondi del Pnrr. È un progetto di qualità, ma vinceremo la sfida se riusciremo a farlo durare a lungo”.
“Riteniamo importantissima la presenza di numerosi rappresentanti del mondo imprenditoriale – ha concluso il prorettore alla ricerca dell’’Università di Palermo Andrea Pace -, perché uno degli obiettivi è proprio quello di valorizzare il trasferimento della ricerca al sistema produttivo siciliano, creando valore ‘in loco’, e agevolando la nascita di nuove imprese”.
Ampia disponibilità alla collaborazione e a garantire un ruolo attivo all’interno del nuovo ‘ecosistema’ è giunta da Vittorio Privitera, in rappresentanza del Cnr/Imm, e da Alessia Tricomi (Infn). «SAMOTHRACE – ha precisato il prof. Salvo Baglio, delegato alla Ricerca Unict e coordinatore del programma – è chiamato ad esaltare le caratteristiche e le vocazioni del territorio, partendo dalle tecnologie abilitanti della micro e nano elettronica, per realizzare un meccanismo virtuoso di trasferimento e valorizzazione della conoscenza a beneficio del tessuto industriale e della società civile. L’auspicio finale è quello di riuscire andare ben oltre il perimetro industriale e di varcare i confini regionali esportando il know-how made in Sicily in ambito nazionale ed internazionale: un’iniziativa siciliana da sfruttare a livello globale».
Oltre ai quattro atenei siciliani e agli enti di ricerca, hanno aderito al partenariato la UPMC Italy (divisione italiana della University of Pittsburgh Medical Center), la STMicroelectronics, la Meridionale Impianti, la Quantum Leap, aziende quali TopNetwork, Etna Digital Growth, STLab, Etna HiTech, Power Evolution, Engineering Ingegneria Informatica, Bcame, LPE, Xenia Progetti, Rainshow, Advanced Medical Engineering Devices ed altri enti pubblici e privati (Parco Scientifico e Tecnologico Sicilia, Fondazione Emblema, Distretto Tecnologico Micro e nano Sistemi Sicilia, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Istituto Ortopedico Rizzoli, INGV, Fondazione Bruno Kessler) per un totale di 28 soggetti.
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